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Editoriale
31 gennaio 2009
di Eugenio Leopardi
Rif. rivista Gennaio - 2009
Un saluto a Renato Grendene

Il lungo applauso attribuitogli durante la cena di gala ad una Convention di categoria lo scorso 24 ottobre andava al di là degli auguri per il suo 82° compleanno. Renato aveva da poco concluso un vivacissimo intervento. E quel discorso, nel giorno del suo ultimo compleanno, superava l'ambito in cui è stato fatto: da esso trapelava la voglia di tirare le fila di una carriera e di una vita dedicate alla farmacia, anzi, ai farmacisti. Ed è proprio dai farmacisti, dal ricordo di quelle domeniche in cui ci si riuniva a discutere, in molti, sui temi della farmacia, che Renato voleva ripartire. Sì: ripartire, a 82 anni. La grinta, la vitalità e l'intensità che, negli ultimi mesi, emergevano nei discorsi pubblici, nelle conversazioni "faccia a faccia" o nelle cene di lavoro tracciavano la linea dei suoi prossimi impegni a favore della categoria. Come a dire: "ora dedico la mia esperienza, l'autorità e la consapevolezza che ho conquistato in questi 40 anni di cariche istituzionali per unire le forze migliori della farmacia e metterle al servizio dei farmacisti". Con questo spirito, lo scorso luglio, ha accettato la carica di Presidente di Utifar, la "nuova Utifar", come amava chiamarla, ad indicare che le iniziative da portare avanti erano tante, che in questa carica ci credeva fino in fondo, consapevole dei molti contributi che l'Associazione può e deve portare ai farmacisti.
Presidente di Federfarma Brescia dal 1980 ad oggi, Presidente di Federfarma nazionale nel 1985 e Vicepresidente nazionale dal 1975 al 1996, Presidente di Federfarma Lombardia dal 1995 al 2002. Infine Presidente di Utifar dallo scorso anno, dopo esserne stato Vicepresidente dal 1996: ma al di là delle cariche, dei progetti, del ruolo istituzionale, rimane in tutti noi il sorriso ironico di Renato, quell'umorismo per mezzo del quale lanciava segnali di stima, di complicità, ma anche di distacco, quando serviva, al suo interlocutore. Con una battuta, un aneddoto, una barzelletta ti metteva alla prova, come quando ti diceva, mettendoti una mano sulla spalla, "io e te ci capiamo" o riassumeva un'intesa, anche su temi o situazioni complesse dicendoti "alle persone intelligenti basta uno sguardo per capirsi". La velocità di pensiero, la rapidità nel prendere decisioni, anche le più difficili, sono di certo il segnale più evidente dell'intelligenza e della lucidità di una persona. E Renato, specie in questi ultimi mesi, specie nel suo nuovo ruolo di Presidente di Utifar, di entusiasmo e grinta, di lucidità e progetti ne aveva tanti. La sua scomparsa ha preso tutti noi di sorpresa. Non sappiamo se fosse a conoscenza del fatto che i suoi progetti e le sue iniziative avrebbero avuto limiti temporali così pressanti. Noi no, e la sua scomparsa ci ha colto all'improvviso: siamo rimasti feriti e smarriti, ma come sempre reagiremo bene e rapidamente, per l'interesse della categoria, come avrebbe voluto lui.
L'ultimo numero di "Nuovo Collegamento" del 2008, arrivato nelle farmacie proprio nei giorni della sua scomparsa, riporta la foto di Renato durante la citata cena di gala nel giorno del suo compleanno. Quell'applauso è il modo migliore per ricordarlo. Come un gesto, uno sguardo, una mano sulla spalla: altro che parole.
Grazie Renato, a quell'applauso si unisce il Consiglio direttivo di Utifar e i tanti colleghi che hanno conosciuto e apprezzato il tuo impegno.

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