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4 - La natura della farmacia - Intervista a Carla Massi giornalista de "Il Messaggero"

08 aprile 2010
di
Rif. rivista Maggio 2010

E' da sempre e attenta a tutte le novità nel campo della medicina e della salute, è anche molto informata sugli sviluppi della legislazione sanitaria nazionale e regionale. Ma fin qui non c'è nulla di strano dal momento che Carla Massi è da anni una delle firme di punta del quotidiano romano "Il Messaggero". Ma non tutti sanno che coltiva una passione segreta: è una delle pochissime sommelier del tè presenti nel nostro Paese. Partendo da questo interesse che testimonia una indubbia attenzione verso la salute e il benessere cominciamo con il chiedere a Carla Massi quale è il suo parere sulla recente Legge n. 69/2009 che prevede espressamente la possibilità per le farmacie di erogare servizi di assistenza domiciliare, analisi di prima istanza, prenotazioni delle visite specialistiche e programmi di educazione sanitaria.

"Ho un parere complessivamente positivo su questa nuova legge anche se la sua piena riuscita o il suo fallimento dipenderanno da come verrà applicata nella realtà di tutti i giorni. Si rischia infatti che i farmacisti siano investiti da troppe incombenze alle quali potrebbero non essere in grado di fare fronte. E' indubbio che le innovazioni previste dal nuovo provvedimento mirano ad integrare la farmacia all'interno del Servizio Sanitario Nazionale e mirano addirittura a sgravare quest'ultimo da una serie di compiti che potrebbero essere svolti dalla rete delle farmacie capillarmente distribuita sul territorio".

In qualità di professionista della comunicazione quali suggerimenti dà ai farmacisti che saranno
coinvolti in programmi di educazione e prevenzione sanitaria per contrastare le principali patologie?

Se faccio un passo indietro con la memoria mi viene in mente che la maggior parte delle campagne di educazione sanitaria degli ultimi anni si sono risolte semplicemente con una serie di poster esplicativi affissi all'interno delle farmacie. Grazie al rapporto quotidiano con il pubblico i farmacisti conoscono bene i meccanismi della comunicazione e sicuramente lo sviluppo della farmacia dei servizi contribuirà a valorizzare il ruolo della figura professionale del farmacista e a farle riacquistare
un'immagine meno legata ai prodotti che vende.

Rimanendo nell'ambito dei servizi aggiuntivi previsti dalla legge sulla farmacia dei servizi, è favorevole alla possibilità di aprire le farmacie ad altre professioni sanitarie come l'infermiere, il podologo, il fisioterapista?

Ritengo che la farmacia debba preservare a tutti i costi la sua identità e per questo sono perplessa. Tuttavia di fronte al continuo invecchiamento della popolazione, alle sempre maggiori richieste di prestazioni sanitarie e all'aumento delle malattie croniche, il Servizio Sanitario Nazionale ha bisogno, sul territorio, di strutture in grado di dare risposte appropriate ai nuovi bisogni assistenziali. La farmacia, per la sua capillare distribuzione sul territorio e per la professionalità del personale sanitario che vi è impegnato, è il luogo ideale per tutta una serie di prestazioni a supporto dell'utenza. Tuttavia bisogna stare attenti a non delegare alle farmacie incombenze eccessive che non tutti gli esercizi potrebbero sostenere.

Passando alla sfera personale, Carla Massi va spesso in farmacia. Che tipo di rapporto ha con i farmacisti?

Ho avuto un buon rapporto con quasi tutti i farmacisti con i quali mi è capitato di imbattermi. Sono stati competenti e cortesi, mi hanno fornito tutte le informazioni che ho richiesto e soprattutto mi hanno informato con un linguaggio diretto e comprensibile sulle caratteristiche dei principi attivi dei farmaci richiesti. Nella maggior parte ho riscontrato competenza professionale e cortesia, anche quando mi trovavo nelle ore di punta in esercizi affollati.

Cosa vorrebbe trovare in farmacia?

Tutto quello che attualmente si trova. Non aggiungerei nulla di più.

Cosa invece non vorrebbe trovare?

Non vorrei che in futuro la farmacia si snaturasse e diventasse un bazar o un centro di servizi che sarebbe più opportuno richiedere in altre sedi. Tuttavia è anche doveroso riconoscere che i cittadini hanno un'enorme fiducia nella farmacia e gradirebbero questi nuovi servizi, anzi, ne vorrebbero anche altri, come ad esempio potersi vaccinare in farmacia. Le farmacie sono infatti raggiungibili facilmente, perché sono presenti capillarmente sul suolo nazionale e l'accesso diretto elimina le procedure burocratiche necessarie ad esempio per prenotare un esame.

Ha parlato di farmacisti italiani. Per questo Le domandiamo quali differenze ha riscontrato presso le farmacie di altre nazioni che ha avuto modo di visitare?

Ho vissuto per un lungo periodo di tempo negli Stati Uniti e lì ho potuto constatare che è praticamente impossibile ottenere un farmaco senza prescrizione. Tutto ciò può diventare fastidioso specialmente quando si soffre di malesseri di poco conto ma fastidiosi come un'emicrania. Ad ogni modo, il comportamento dei farmacisti americani è improntato al massimo della professionalità e quindi per il resto non ho avuto nulla da eccepire.

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