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01 marzo 2008
di
Rif. rivista Marzo - 2008
La pillola del giorno dopo
L'utilizzo della pillola di levonorgestrel sembra, allo stato attuale, la soluzione meno traumatica per tutelare la donna da implicazioni fisiche e psicologiche

La moratoria per la vita proposta in questi giorni da Giuliano Ferrara e l'invito alla riflessione sulla legge 194 formulato dal cardinale Camillo Ruini impongono un attento approfondimento e un'azione coerente a chiunque abbia responsabilità in materia. Lo Stato ribadisce "il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio" sottolineando come l'aborto "non sia il mezzo di controllo delle nascite". Sulla base di questa affermazione, alcuni partiti politici vorrebbero allargare le statistiche, ricavate dalle relazioni annuali dei ministri della salute, comprendendo, ai fini delle rilevazioni, gli aborti procurati dalla cosiddetta "pillola del giorno dopo" e dalla RU486. Alla loro voce si oppone quella di un'altra parte politica, la quale sostiene che la pillola del giorno dopo non può e non deve essere considerata a priori ed in assoluto un farmaco in grado di procurare l'aborto.

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