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03 febbraio 2011
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Rif. rivista Gennaio - Febbraio 2011

è considerata la droga sociale più pericolosa. Più di eroina e crack. In Italia esplode il binge drinking: a rischio i teenagers

Il vino (in particolare quello rosso e in quantità moderate) insieme a pane, verdura, frutta, olio d'oliva, erbe aromatiche, cereali e pesce, è una componente importante della dieta mediterranea e della cultura del benessere. Questo modello nutrizionale vanta effetti protettivi nei confronti di malattie cardiovascolari, di tumori e probabilmente di allergie e asma. Nonostante l'alcool sembra avere un'azione protettiva sul cuore e sull'apparato cardiovascolare, favorendo una maggior produzione di colesterolo buono Hdl e apportando gli antiossidanti in esso contenuti, la raccomandazione più ragionevole resta quella di limitarne il consumo. Chi sta bene in salute, non è in soprappeso, tollera bene l'alcool e non ha controindicazioni mediche può bere un bicchiere di vino rosso o bianco di media gradazione o una lattina di birra normale. Due-tre bicchieri giornalieri a pasto nell'uomo (che si riducono a 1-2 nella donna in seguito alla sua naturale difficoltà nel metabolizzare l'alcool e al minor peso corpo reo) costituiscono la soglia massima; oltre, gli effetti negativi prevalgono sui benefici e insorgono tutta una serie di problematiche sulla salute anche molto gravi. Il cattivo uso dell'alcool è pericoloso, anche se, a livello culturale, pare che questo siaun concetto ai più sconosciuto. Di recente è stato pubblicato sull'autorevole rivista britannica Lancet uno studio in cui l'alcool è risultato la sostanza più dannosa per la salute rispetto anche a cocaina, cannabis o ecstasy e lo stupefacente più nocivo in relazione al suo impatto sulla società. L'alcool - afferma Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcool dell'Istituto Superiore di Sanità - "è una gateway drug, una droga ponte che traghetta, attraverso i suoi effetti psicotropi, i giovani prima verso la commistione di superalcolici con energy drink, per risollevarsi dal tono quando cala la prima euforia, e poi alle droghe sintetiche e alla cocaina, per superare la fase di down che causano queste sostanze".

Più criteri per definire il danno

Lo studio, guidato da David Nutt, ex consulente governativo per la lotta alla droga, ha analizzato e distinto tra i danni provocati a chi assume la sostanza e i danni provocati agli altri, considerando 20 tipi di sostanze psicotrope differenti. Combinando i punteggi relativi ai danni, l'alcool è risultato la droga più dannosa, seguita a una certa distanza dall'eroina. Interessante è confrontare questo risultato con quello di uno studio simile condotto qualche anno fa dove l'alcool non risultava al primo posto né per tossicità né per potenziale d'abuso. Cosa è cambiato? Di certo non la base farmacologica e tossicologica che definisce la pericolosità delle droghe ma alcuni fattori, mutati nel tempo, come la pressione sociale, la maggiore disponibilità e le modalità d'uso. Infatti è in aumento il consumo di alcool da parte dei giovani, con modalità non proprie della nostra cultura italiana, ma più nordiche, come il binge drinking: bere compulsivamente nel weekend fino allo sballo, spesso associato ad altre sostanze. Da questo punto di vista, lo studio riapre il dibattito sulla classificazione degli stupefacenti e sulla necessità di una campagna seria contro l'alcolismo nonché della messa a punto di strategie coraggiose sul fronte della sanità pubblica. Infatti, sotto il controllo della legislazione in materia di stupefacenti finiscono solo le droghe illegali, come cocaina, eroina, metamfetamine e cannabis, di cui è vietata la detenzione, vendita e produzione, mentre alcool e tabacco rimangono esclusi e ad essi si applicano solo restrizioni commerciali. Poiché la commercializzazione dell'alcool rientra in logiche di lobby che rendono impossibile la regolamentazione del suo mercato e poiché non si riuscirà ad immettere diciture indicative del danno sulle etichette degli alcolici o a vietare spot pubblicitari prima di un certo orario, risulta fondamentale promuovere un'informazione e un'educazione corretta che renda consapevoli i giovani e li responsabilizzi a un uso corretto dell'alcool. Importante puntare sulla promozione di una cultura alcolica adeguata proprio sul target giovani, commercialmente attraente perché più influenzabile.

Gli effetti dell'alcool

La molecola dell'alcool è molto piccola e solubile in acqua. Una volta ingerito, l'alcool viene assorbito velocemente, per semplice diffusione, senza dover sottostare ai lunghi tempi della digestione. In pratica, 15-40 minuti dopo aver bevuto, l'etanolo si ritrova immodificato nel sangue che lo distribuisce in tutto l'organismo. Successivamente una piccola quota (3-10 per cento) sarà eliminata tale e quale, tramite i polmoni e i reni, la restante parte (90-97 per cento) sarà, invece, metabolizzata prima di essere escreta. A digiuno la velocità di assorbimento è più elevata, mentre a stomaco pieno è più lenta. Il fegato è l'organo che metabolizza la maggior parte dell'etanolo ingerito, trasformandolo, per ossidazione, in acetaldeide. L'acetaldeide è una sostanza molto tossica: se non viene smaltita tutta (perché si è bevuto troppo) si accumula nel fegato danneggiandolo. La molecola dell'etanolo mostra una buona affinità anche per le strutture lipidiche. Attraversa, infatti, le membrane cellulari, la barriera ematoencefalica e la placenta.

Praticamente come un farmaco

L'alcool agisce deprimendo il sistema nervoso centrale, diminuendo l'attività dei neuroni e inducendo tolleranza e dipendenza, analogamente ai farmaci sedativo-ipnotici (benzodiazepine). L'alcool aumenta la fluidità delle membrane neuronali e modifica il funzionamento di diversi neurotrasmettitori. Se c'è un consumo cronico, l'organismo innesca tre meccanismi successivi di compensazione che gli consentono di tollerare, entro certi limiti, quantità sempre maggiori di alcool. Dopo 1-2 settimane il fegato incrementa la velocità di metabolizzazione dell'etanolo del 30 per cento: s'instaura così la tolleranza farmacocinetica o metabolica. Questa modificazione, dovuta all'aumentata produzione di enzimi epatici, insorge molto rapidamente, ma scompare altrettanto in fretta se s'interrompe il consumo di alcool. La tolleranza farmacodinamica insorge più tardi e comporta profonde alterazioni chimiche e strutturali delle membrane cellulari. L'organismo si abitua ad una certa dose di alcool così che, per ottenere gli stessi effetti, il soggetto deve ingerire quantitativi sempre maggiori. Questo tipo di adattamento è sicuramente il maggior responsabile della dipendenza fisica. La tolleranza comportamentale comporta che il soggetto impara a comportarsi normalmente in presenza di un tasso alcolico elevato. L'alcolista riesce a gestire gli effetti più comuni dell'alcool ma è solo un adattamento temporaneo. Col tempo, infatti, i deficit comportamentali peggiorano e non possono più essere dissimulati. L'intossicazione acuta si verifica per ingestione di forti dosi di alcool e si manifesta con una serie di sintomi che vanno dalla semplice ebbrezza al coma; fatta eccezione per i casi più gravi, l'intossicazione acuta (sbornia, ubriacatura) si risolve spontaneamente entro 1224 ore.

Ecco le diverse fasi:

• Ebbrezza, euforia, sensazione di benessere, scarso autocontrollo, riduzione delle capacità di giudizio, disinibizione con espressione più marcata di alcuni aspetti del carattere (tristezza, irritabilità, socievolezza).

• Depressione del sistema nervoso centrale con mancanza di lucidità, torpore, rallentamento ideomotorio, perdita di coordinamento dei movimenti, andatura barcollante.

• Induzione del sonno con rapida alternanza tra le diverse fasi e maggior durata dello stadio profondo. Al risveglio ci si sente intontiti e, talvolta, non si ricorda ciò che è accaduto durante la sbornia.

• Depressione respiratoria con perdita di conoscenza e coma. Questa eventualità fatale dipende dalla quantità di alcool ingerita ma anche dalla tolleranza del singolo individuo.

L'intossicazione cronica invece si verifica con un'assunzione di alcool eccessiva e prolungata nel tempo comportando, nell'arco degli anni, una serie di effetti tossici a carico di tutto l'organismo. Una volta raggiunto il terzo stadio di adattamento, infatti, s'instaura la dipendenza fisica: le cellule, soprattutto i neuroni, necessitano di etanolo per continuare a svolgere normalmente le loro funzioni. Smettere è possibile ma comporta il superamento della crisi d'astinenza: se si continua a bere si va incontro ad un lento ma inesorabile decadimento di tutti gli organi vitali Inoltre molti dei danni causati dall'abuso di alcool non sono reversibili, cioè non guariscono una volta che ci si è disintossicati. Se osserviamo le manifestazioni più comuni che si verificano a carico dei singoli apparati possiamo comprendere quale sia il potenziale distruttivo di questa droga apparentemente innocua.

Interazioni con i farmaci

L'alcool e tutti i farmaci che deprimono il sistema nervoso centrale (sedativi, ipnotici, anticonvulsivanti, antiepilettici, antidepressivi, ansiolitici, analgesici oppioidi) se assunti insieme, si potenziano a vicenda, provocando una sedazione molto più marcata, con tutte le inevitabili e prevedibili conseguenze. L'induzione degli enzimi epatici, che si verifica negli alcolisti, altera l'emivita di quei farmaci che utilizzano le stesse vie metaboliche. Per esempio, la durata d'azione della fenitoina e degli ipoglicemizzanti orali può diminuire o aumentare, mentre la tossicità epatica del paracetamolo negli alcolizzati è maggiore. Il metronidazolo, le cefalosporine e gli ipoglicemizzanti orali associati all'alcool possono scatenare sintomi spiacevoli, simili a quelli sperimentati da chi assume disulfiram e alcolici contemporaneamente.

Piccole pratiche avvertenze

Come si è visto all'inizio, l'etanolo è un buon solvente e, a piccole dosi, non è tossico per l'organismo; per questo motivo viene utilizzato come veicolo per molti farmaci e lo troviamo presente negli sciroppi, nelle sospensioni orali, nelle gocce per uso orale. Le formulazioni liquide di medicinali naturali (estratti fluidi, tinture madri, spray, sciroppi) contengono etanolo in grandi quantità perché viene usato per estrarre i principi attivi dalle piante, per mantenerli in soluzione e anche come conservante, grazie alla sua azione antibatterica. Particolare cautela va osservata prima di somministrare questi fitofarmaci ai bambini oppure ad adulti che soffrono di gastrite o ulcera o a soggetti che già assumono altri farmaci tradizionali.

Alcool e tumori

è ormai ben nota la correlazione tra assunzione di alcool e sviluppo di tumori: si stima che, ogni anno, circa 20mila casi di tumore siano associati al consumo di alcolici. Un bicchiere di vino al giorno aumenta del 5-10 per cento il rischio di neoplasia al seno, mentre esiste una chiara evidenza che il rischio di cancro esofageo si riduce del 60 per cento, dieci anni dopo aver rinunciato all'alcool. La raccomandazione migliore rimane quella di non bere e, in deroga, di bere il meno possibile, preferendo le basse gradazioni alcoliche, tenendo ben presente che bere poco e bere un vino leggero non ha un effetto protettivo nei confronti dei tumori, ma riduce solo il rischio di ammalarsi.

BOX - EFFETTI DELL'ALCOOL SU ORGANI E APPARATI

Effetti sul sistema nervoso centrale

Neuropatia periferica: probabilmente legata a deficienza di tiamina (vitamina B1), dato che l'alcolista tende ad alimentarsi poco e male. Si manifesta con torpore, formicolio e parestesia agli arti.

Degenerazione cerebellare: nel caso in cui la malnutrizione sia costante, si osserva una progressiva perdita dell'equilibrio nel soggetto, sia quando è fermo sia quando cammina. L'atrofia del cervelletto è chiaramente visibile effettuando una TAC o una risonanza magnetica.

Deficienze cognitive: molti alcolizzati sperimentano difficoltà di apprendimento per compromissione della memoria, sia a breve sia a lungo termine. Fortunatamente questo handicap scompare, dopo almeno un anno di astinenza, e il soggetto riacquista le sue normali facoltà mentali.

Sindromi psichiatriche: nell'alcolista possono manifestarsi depressione, ansia, allucinazioni uditive, illusioni paranoiche. Queste patologie possono persistere per diversi mesi, dopo che il paziente ha smesso di bere, e richiedono cure specifiche.

Effetti sul sistema gastrointestinale.

L'azione irritante locale dell'etanolo sulle mucose causa esofagiti e gastriti, che possono essere accompagnate da dolore addominale, anoressia, vomito e sanguinamento. L'azione locale sulle pareti dell'intestino, combinata agli altri componenti della dieta, può indurre diarrea o costipazione. I problemi infiammatori dell'apparato digerente sono reversibili, fatta eccezione per una grave complicanza: le varici esofagee. Altri effetti sono invece più seri: pancreatite acuta o cronica, epatite alcolica, degenerazione cirrotica del fegato, rischio 10 volte più elevato di sviluppare un tumore.

Effetti su sangue e immunità

L'alcool diminuisce l'aggregazione piastrinica (fluidifica il sangue), altera la produzione di eritrociti (anemia megaloblastica), abbassa le difese immunitarie. Questi effetti sono temporanei e regrediscono con l'astinenza, ma facilitano la comparsa di infezioni e tumori.

Effetti sul sistema cardiovascolare

Piccole quantità di alcool causano vasodilatazione periferica e diminuzione della forza di contrazione del cuore, in pratica un lieve abbassamento della pressione arteriosa seguito, per compensazione, da un incremento di ritmo (tachicardia) e gittata cardiache. Inoltre, un consumo moderato di etanolo assicura un benefico effetto sull'apparato cardiovascolare: sembra, infatti, aumentare i livelli di colesterolo Hdl. Negli alcolisti, invece, si ha incremento della pressione arteriosa con possibile comparsa di aritmie, insufficienza cardiaca e vasculopatie cerebrali.

Effetti sul sistema genito-urinario

L'alcool a piccole dosi aumenta, nei maschi, la pulsione sessuale ma diminuisce parallelamente la capacità di erezione. Negli alcolisti cronici, talvolta, si osserva atrofia testicolare irreversibile con conseguente sterilità; impotenza e ginecomastia (ingrossamento delle ghiandole mammarie). Le donne alcolizzate, invece, possono andare incontro ad amenorrea (interruzione del ciclo mestruale), sterilità e aborti spontanei.

BOX - NUMERI

In conclusione, l'alcool rappresenta la droga più dannosa per la società. Basti pensare che, secondo recenti stime dell'Oms, l'alcool causa circa 2,5 milioni di morti l'anno per malattie cardiache o epatiche, incidenti stradali, suicidio e cancro, pari al 3,8 per cento di tutte le morti. In Italia, secondo il rapporto 2009 Passi (Progresso delle aziende sanitarie per la salute in Italia) dell'Istituto Superiore di Sanità, i nuovi bevitori a rischio si differenziano dal resto della popolazione che consuma alcool (56,7 per cento del totale) perché sono giovani. Secondo i dati, infatti, il 36% dei giovani tra i 18 e i 24 anni è considerato bevitore a rischio, mentre questa percentuale scende al 25 per cento tra i 25 e i 34 anni.

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