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8 - L'EVOLUZIONE DELLA FARMACIA - Intervista alla Dott.ssa Sara Todaro, giornalista Sole 24 Ore

13 maggio 2010
di
Rif. rivista Giugno 2010

L'EVOLUZIONE DELLA FARMACIA - Intervista a Sara Todaro, giornalista "Sole 24 ore"

Servirà un cervello da imprenditori per gestire al meglio la nuova farmacia dei servizi.

Proseguono su "Nuovo Collegamento" i faccia a faccia con le firme più note del giornalismo generalista e specializzato che nella loro carriera si sono occupati delle questioni legate alla distribuzione dei farmaci. Questa volta diamo la parola a Sara Todaro del Gruppo 24 ore. Giornalista professionista dal 1987, dopo essere stata programmista regista in Rai dal 1980 al 1983, a partire dal 1985 è stata prima redattore e poi caporedattore del settimanale d'informazione sanitaria "Isis". Dal '95 al '98 ha seguito l'informazione sanitaria e l'attività delle relative commissioni parlamentari per le agenzie Asca e Ansa. Nel '98 è stata chiamata al Gruppo 24 ore per occuparsi del settimanale Sanità di cui è attualmente capo servizio occupandosi in particolare di politica farmaceutica e legislazione sanitaria.

In considerazione di questi trascorsi professionali non abbiamo nessuna remora nel chiederle qual è il suo giudizio sulla Legge n. 69/2009 che prevede espressamente la possibilità per le farmacie di erogare servizi di assistenza domiciliare, analisi di prima istanza, prenotazioni delle visite specialistiche e programmi di educazione sanitaria.

Se e quando le cose funzioneranno davvero sarà una benedizione. E saranno novità utili non solo ai malati cronici, agli anziani o a chi vive una situazione di fragilità. Le analisi di prima istanza, le prenotazioni di visite e analisi fatte per il tramite di un interlocutore competente in carne e ossa e tutti gli altri servizi che le farmacie saranno in grado di offrire non potranno che rappresentare un grande aiuto per i cittadini alle prese con il servizio sanitario nazionale. O alle prese con banali e certe volte apparentemente insormontabili difficoltà sanitarie della vita quotidiana. A quanti è capitato di dover fare medicazioni delicate e non sapere come cavarsela? A quanti capita di ritrovarsi con il mal di schiena, l'iniezione da fare ed essere costretti a fare il "censimento" di parenti o condomini per condurre in porto la terapia?

Non sarebbe più facile e più sicuro chiedere la mediazione del farmacista sapendo che il professionista al bancone non sta semplicemente "facendo un favore" al cliente ma agisce come terminale accreditato, autorizzato e verificato per conto del servizio pubblico e in base a precisi accordi con la Regione?. Nella sua qualità di professionista della comunicazione quali suggerimenti può dare ai farmacisti che saranno coinvolti in programmi di educazione e prevenzione sanitaria per contrastare le principali patologie?

Puntare sempre sul dialogo soprattutto con i più giovani e fornire a tutti poche informazioni chiare e verificate col linguaggio che si userebbe in famiglia: quello di cui spesso è carente anche l'informazione istituzionale dotata delle migliori intenzioni.

Va spesso in farmacia e che tipo di rapporto ha con i farmacisti?

Vado in farmacia per acquisti diversificati e da persona che ricorre con cautela e parsimonia ai medicinali. Ho sempre trovato disponibilità all'ascolto e al dialogo adeguati alla delicatezza del ruolo svolto dal presidio.

Come giudica quindi la competenza professionale e la cortesia dei farmacisti?

Condivido il giudizio positivo espresso ripetutamente dalla maggioranza degli italiani. Capita anche che vivendo nella stessa strada dai tempi dell'adolescenza la mia famiglia dispone di fatto di una farmacia "di fiducia" quando ci entro non è raro che mi si chieda "come sta la mamma (anziana)" o "come è finita poi il mal di schiena (della sottoscritta)". In definitiva ho sempre avuto modo di trovare familiarità e professionalità nei farmacisti perché - ad esempio - quando acquisto un antidolorifico anche prescritto dal medico mi si avverte sempre sulle cose da fare e quelle da evitare per usare al meglio i trattamenti. E in più mi si offrono suggerimenti basati sulla pratica e sul buon senso per risolvere le difficoltà legate allo stato di malattia del momento. Non so se ritenermi particolarmente fortunata: la farmacista di cui parlo è davvero una persona gentile e preparata, ma mi sono capitate esperienze analoghe anche ricorrendo a farmacisti di stazione per piccole emergenze.

Cosa vorrebbe trovare in farmacia?

Un professionista che fa con passione il proprio mestiere: credo che l'ascolto e il famoso "consiglio" - che va ben oltre la fascia dell'automedicazione - sia la cartina di tornasole di questa professione. E poi tutti i servizi di cui parlavamo all'inizio: saranno un banco di prova durissimo per la categoria. E non so quanti professionisti siano pronti ad affrontarlo: se attuata sul serio sarà una vera "rivoluzione" per il settore. E servirà un cervello da imprenditori per gestirla al meglio.

Cosa invece non vorrebbe trovare?

Ritengo che l'eccesso di bazar a volte disturbi.

Quali differenze ha riscontrato presso le farmacie di altre nazioni che ha avuto modo di visitare?

L'eccesso di bazar, anche in questo caso. Ovvero a volte l'indifferenza nel passaggio della scatoletta. Ma non conosco così a fondo i presidi altrui per trarne delle conclusioni .

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