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03 febbraio 2011
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Rif. rivista Gennaio - Febbraio 2011

Nell'immaginario maschile avviene un processo di confusione tra la parte ed il tutto; avviene cioè una totale identificazione nella disfunzione sessuale: il paziente non ha una disfunzione sessuale ma "è una disfunzione sessuale"

La salute ed il benessere sessuale rappresentano il cuore e il fulcro della vita intima e del rapporto di coppia e contribuiscono enormemente alla qualità della vita in generale. Una disfunzionalità della vita sessuale si ripercuote inevitabilmente ed inesorabilmente sulla qualità della vita, del singolo e della coppia, danneggiando anche il più saldo dei legami. La sessualità ha un notevole riverbero emozionale nella vita di tutti gli esseri umani, con una sfaccettatura maggiore per quel che riguarda "l'identità sessuale maschile". La sessualità maschile, rispetto a quella femminile, è infatti una sessualità visibile, quantizzabile, monitorabile e quindi più esposta a possibili disfunzioni sessuali. L'aspetto diagnostico dell'eiaculazione precoce è estremamente complesso, sia per quel che riguarda la riluttanza e riservatezza del paziente e della coppia nell'esporre le proprie difficoltà, sia per quell'aspetto di soggettività che riguarda l'esperienza di precocità. In clinica vi sono alcune forme di eiaculazione precoce, dette "pseudo-ep": sono pazienti, spesso giovani, che credono di soffrire di eiaculazione precoce, ma in realtà hanno un problema esclusivamente cognitivo, correlato ad un'influenza massiccia dei modelli culturali. Nella maggior parte dei casi, sono pazienti giovani, che navigando su internet o scambiandosi racconti sessuali con i compagni più navigati, hanno interiorizzato due falsi miti associati alla sessualità: quello delle "dimensioni dei genitali" e quello della "durata del rapporto sessuale". Ai fini diagnostici, è indispensabile investigare il tempo oggettivo dell'eiaculazione, il tempo di latenza dell'eiaculazione intra-vaginale, detto IELT, o fuori dall'ambito vaginale, l'esperienza soggettiva della capacità di controllo, di soddisfazione del paziente e della partner e la variabile associata alla preoccupazione ed ansia ed alle dinamiche della relazione in cui si manifesta.

Diagnosi e terapia

Per quanto riguarda le cause, in ambito sessuologico, si parla di multifattorialità e di eziologia mista. Infatti, il modello interpretativo maggiormente consono all'eiaculazione precoce è sicuramente multifattoriale: oggi non si può identificare un'unica causa scatenante, ma si tengono presenti cause intrapsichiche, relazionali e stili di vita spesso inadeguati. Tra le cause maggiormente ridondanti, troviamo: personalità ansiose, cause diadiche, iatrogene, da cattivo apprendimento sessuale, generali, psicologiche ed intrapsichiche, che interagendo tra di loro producono e mantengono il disturbo clinico. Ansia, depressione e stress cronico sono indubbiamente i maggiori nemici dell'eiaculazione. L'anamnesi psico-sessuologica di molti pazienti con e.p. mostra come essi abbiano sofferto in passato di episodi di eiaculazione precoce occasionale, in risposta a stress, depressione, ansia o anche a seguito dell'assunzione di piccole quote di alcool. Tali fattori, uniti ad altri, quali il "cattivo apprendimento sessuale" (per esempio i primi rapporti non andati a buon fine, magari consumati frettolosamente in auto) concorrono a spostare la colonnina del termometro della funzionalità eiaculatoria dal controllo all'assenza di controllo. Altri fattori di vulnerabilità includono elementi psicogeni, relazionali ed ambientali ed alterazioni biochimiche secondarie all'assunzione di alcool, droghe, dismetabolismi, ed ovviamente stress ed ansia. Questa multifattorialità va poi tenuta in considerazione sia per l'aspetto diagnostico, sia per la comprensione dei fattori che contribuiscono al mantenimento della disfunzione ed ovviamente per la fase conclusiva, cioè quella terapeutica. Lo stress causato dall'inadeguatezza sessuale, dal fallimento della prestazione e dal vissuto di non soddisfazione della partner, tende a cronicizzarsi ed a riproporre la disfunzione durante i successivi momenti di intimità. Tale circolo vizioso che correla stress ad eiaculazione precoce, alternando così causa ad effetto, va obbligatoriamente decodificato all'interno di una terapia psicosessuologica, per evitare che la disfunzione sessuale possa autoperpetuarsi, attaccando l'autostima maschile e danneggiando la relazione in cui si manifesta. L'eiaculazione precoce è una delle disfunzioni sessuali maschili più frequenti e dolorose, sia in termini psichiche che di autostima. In ambito sessuologico, e nella fattispecie in questo disturbo, non si può trattare esclusivamente il sintomo, trascurando la cornice emozionale, ambientale e relazionale in cui si manifesta: è una disfunzione sessuale che necessita di un clinico, che possa e sappia farsi carico dell'aspetto diagnostico, terapeutico e del carico emozionale che questa condizione porta con sé. L'approccio terapeutico consono alla disfunzione, potrebbe essere: counseling psico-sessuologico, psicoterapia, terapia di coppia ad orientamento sessuologico, trattamento integrato (farmacoterapia e terapia mansionale), farmaco on demand (cioè al bisogno); ottimale sarebbe però un lavoro mirato e caleidoscopico, adatto alla storia clinica e sessuale di chi ne soffre. L'eiaculazione precoce, se non trattata, diventa gradualmente la protagonista della vita dell'uomo e della sua compagna, esce dalla camera da letto per dilagare in ogni angolo della loro stessa esistenza. Avere la consapevolezza del disagio e della non risolvibilità della disfunzione senza un'adeguata terapia psico-sessuologica è il primo passo in avanti verso la guarigione. La latitanza diagnostica ha come effetto collaterale immediato la cronicizzazione della disfunzione, compromettendo e danneggiando singolo e coppia.

CONSULENZA - SOFFRO DI EIACULAZIONE PRECOCE, CON L'ANESTETICO, POSSO GUARIRE?

Gentile Dottoressa Randone, un ragazzo di anni 21 si è recato in farmacia affermando di soffrire di eiaculazione precoce, disfunzione che lo affligge e tormenta ed ha invalidato la sua vita di coppia ed il suo umore. Premetto che il soggetto è molto ansioso e nervoso, ma lo è sempre stato, indipendentemente dal manifestarsi del disturbo. In relazione al problema dell'eiaculazione precoce, il ragazzo ha letto su internet che per risolvere il problema può essere utile la somministrazione di una pomata anestetica prima del rapporto sessuale. Sostiene di averla già utilizzata, ma mi ha chiesto se nel tempo potrà risolvere il problema senza l'utilizzo della pomata che a volte anestetizza anche la sua fidanzata, impedendole, così mi è stato riportato, di sperimentare l'esperienza dell'orgasmo. Attendo una sua gentile risposta.

Anzitutto, va sempre ricordato che internet non è un clinico, ma un contenitore di informazioni non sempre veritiere e scientifiche. Detto questo, e valutata la giovane età del soggetto, considererei l'ipotesi di un approccio più globale alla sua difficoltà, meno riduttivo e soprattutto sintomatico. La pomata è un anestetico: riduce cioè la sensibilità ma funziona (e non sempre) soltanto fino a quando la si mette. Come prima tappa, suggerirei al ragazzo una visita andrologica, per una valutazione approfondita e, soprattutto, una diagnosi che possa escludere cause infiammatorie eo prostatiche. In un secondo momento, il soggetto dovrebbe consultare un sessuologo clinico, per approfondire sia l'aspetto diagnostico, sia terapeutico. Sarebbe opportuno lavorare sulle cause che hanno prodotto e mantenuto il disturbo clinico (cause da cattivo apprendimento sessuale, ansia, non riconoscimento del punto di non ritorno eiaculatorio, fattori di coppia, intrapsichici...). Ma la cosa che può sentirsi di suggerire fin da subito è che la sola somministrazione dell'anestetico non attenziona e soprattutto non cura. Ridurre la sfera della sessualità alla zona pelvica, mi sembra riduttivo e scarsamente veritiero.

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