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10 maggio 2011
di
Rif. rivista Maggio 2011

Secondo l'OMS entro il 2020 sarà la seconda causa d'invalidità dopo le malattie cardiache; è in continua crescita e colpisce soprattutto le donne: parliamo della depressione. Ora, per la prima volta, è stato provato un legame diretto tra la depressione femminile e i cicli mestruali abbondanti

Il "male oscuro" è ancor oggi una patologia sottodiagnosticata e sottotrattata e spesso non considerata al pari di altre malattie che fisicamente lasciano segni più visibili. La depressione agisce nella persona lentamente, se ne impadronisce condizionandone la vita in maniera spesso invalidante e a volte pur troppo definitiva. Non esiste una singola causa riconosciuta perché fattori genetici, biochimici, ambientali e psicologici svolgono un ruolo primario nello sviluppo di un disturbo che, solo nel 2010, ha registrato un incremento di episodi del quindici per cento. Nel mondo femminile, dove si registra un'incidenza di sintomi depressivi nel 12,8 per cento delle donne, gli FMA (flussi mestruali abbondanti) sono di recente considerati tra le cause potenzialmente favorenti l'insorgenza della depressione. Cerchiamo di capire in che modo.

Flussi mestruali abbondanti (FMA)

La metrorragia induce nella donna un'anemia sideropenica (ferropriva) con conseguente riduzione dell'energia vitale, astenia, debolezza e, purtroppo, depressione anche nelle giovanissime. Inoltre, la mancanza di ferro causa alterazioni della funzione cognitiva, riduzione della capacità di concentrazione, dell'attenzione, della memoria, con pesanti ripercussioni nell'ambito del rendimento lavorativo e scolastico. Il ferro è fondamentale per la sintesi della dopamina, neurotrasmettitore che agisce in tre regioni cerebrali principali. La prima è rappresentata dalle aree e vie appetitive (seeking-appetitive-lust system) e regola desiderio, assertività, estroversione, energia vitale, comportamenti proattivi e piacere: in questa sede, una carenza di dopamina può contribuire allo sviluppo della depressione. La seconda regione cerebrale soggetta all'attività dopaminergica è l'area motoria (sostanza nigra), dove, a una carenza di dopamina, consegue un aumento della tendenza alla sedentarietà. La terza è rappresentata dalle aree del pensiero logicolineare: la mancanza del neurotrasmettitore può ridurre questa critica abilità psichica con minori performance cognitive per tutto il mese. Il quadro cognitivo, precedentemente descritto, può ulteriormente aggravarsi se la donna segue una dieta autogestita che porta a un'ulteriore riduzione di ferro. Oltre alla carenza nutrizionale, un altro elemento critico è rappresentato dalla stagionalità: la primavera, infatti, può aumentare alcuni sintomi come l'astenia, l'affaticamento e la perdita di concentrazione andando ad alterare la ciclicità dei ritmi circadiani che a loro volta regolano alcune importanti funzioni biologiche (temperatura corporea, umore, sonno, appetito, produzione di ormoni). Inoltre, i cicli mestruali lunghi e abbondanti raddoppiano la dismenorrea, fenomeno che colpisce prevalentemente le giovanissime e, in aggiunta, possono portare a una serie di conseguenze che si riflettono sull'aspetto esteriore della persona e su quello relazionale. Infatti, le metrorragie, da un lato, abbassando i livelli di ferro possono causare perdita dei capelli, pallore cutaneo e comparsa di profonde occhiaie; dall'altro lato possono alterare la qualità della vita del soggetto, costringendolo ad adottare particolari strategie per nascondere l'eccessivo sanguinamento e l'imbarazzo, con importanti ripercussioni di tipo psico-sessuale e psico-sociale. Contrariamente a quanto si pensa, i flussi abbondanti sono un problema che si presenta di frequente anche nelle ragazze giovani. In particolare, i sanguinamenti uterini disfunzionali (cioè quelli non dovuti a cause organiche) colpiscono nel 75 per cento dei casi le ragazze con meno di venti anni o le donne sopra i quarantacinque anni. Per quanto riguarda le cause, nell'80 per cento dei casi sono dovuti a una mancanza di ovulazione (tipica delle più giovani) o a un difetto della fase luteale (cioè della produzione di progesterone da parte dell'ovaio per quantità o durata). In queste circostanze, la terapia di prima scelta è rappresentata dalla pillola estro-progestinica a base di dienogest ed estradiolo, combinati in un regime di tipo quadrifasico che mima il più possibile la fisiologia del ciclo mestruale per la durata di ventisei giorni, più due giorni di compresse di placebo. Secondo i risultati di due studi randomizzati per valutare l'efficacia di questa pillola nel trattamento dei FMA, il farmaco ha dimostrato una riduzione del sanguinamento del 76,2 per cento a 90 giorni e dell'88 per cento nel corso di sei cicli e una diminuzione del numero di giorni di sanguinamento da quattro a due. La pillola da sola, senza altri trattamenti, è in grado di far risalire i livelli di ferro fino a valori normali (tra i 60 e i 150 mcg/dl), garantendo, in parallelo, anche una sicura forma di contraccezione fino alla pre-menopausa, con uno scarsissimo impatto metabolico. Il risultato finale si traduce in una gestione del flusso intenso, in una riduzione della sintomatologia e delle fluttuazioni ormonali e in un miglioramento della qualità della vita.

Conclusioni

Fondamentale è sensibilizzare le donne a non sottovalutare mai il problema dei cicli abbondanti, rivolgendosi subito al proprio medico. Solo così sarà possibile evitare tutta una serie di spiacevoli conseguenze sul piano fisico (anemia, scarsa concentrazione, perdita dei capelli, pallore, stanchezza) e anche psico-sociale (depressione, perdita dei giorni di lavoro, imbarazzo, compromissione dei rapporti interpersonali). Secondo un recente sondaggio condotto dai ginecologi italiani sul rapporto donne e mestruazioni, il 28 per cento delle donne lamenta problemi di concentrazione e affaticabilità, il 23 per cento ammette di dover a volte rinunciare all'attività fisica perché troppo stanca, il 14 per cento di doversi cambiare ogni ora, quasi a una su dieci capita di trovare il letto macchiato. Purtroppo, solo il 5 per cento delle donne affette da FMA denuncia e si cura, evitando di incorrere in gravi anemie e, di conseguenza, in fenomeni depressivi. Altrettanto importante deve essere il potenziamento dell'assunzione di responsabilità sulla terapia da parte dei ginecologi, che si traduce in un maggiore interesse per l'aspetto psico-sessuale e psico-sociale della donna.

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