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Utifar

03 febbraio 2011
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Rif. rivista Gennaio - Febbraio 2011

Una proposta di legge del Parlamento europeo prevede la possibilità per le aziende farmaceutiche di parlare dei loro farmaci direttamente al cittadino. La sempre maggiore necessità di informazioni sui farmaci si scontra però con una diffusa diffidenza presente nel pubblico. Per quanto corrette, le informazioni trasmesse appariranno "di parte"?

In questi ultimi anni, il desiderio di avere misure diagnostiche e terapeutiche sempre più precise e accurate è più grande che mai. Il costo dei farmaci è uno tra i prezzi che oggi dobbiamo pagare per realizzare il nostro obiettivo di salute e di benessere fisico. Il desiderio di essere sempre in salute, però, si trasforma in emozione negativa ogni volta che i mass media riportano un nuovo scandalo farmaceutico. L'effetto globale di tali resoconti, con il passare degli anni, si è concretizzato in una forte diffidenza e in una percezione negativa da parte del cittadino riguardo al mercato dell'industria farmaceutica. Per questo motivo, le informazioni riportate direttamente dalle aziende potrebbero apparire, agli occhi del cittadino medio, come ingannevoli e produrre un senso di insicurezza. Si tratterebbe di una percezione sbagliata dei farmaci: bisognerebbe prendere in considerazione che i progressi fatti dalla medicina e dalla farmacologia negli ultimi 100 anni hanno permesso di salvare molteplici vite altrimenti condannate a causa di infezioni e malattie contagiose. Basti pensare come la vaccinazione antimorbillo abbia portato a una minimizzazione dei rischi dovuti a tale malattia infettiva in tutto il mondo. La diffidenza nei confronti delle case farmaceutiche ha portato il consumatore a rivolgersi sempre più spesso ai forum presenti nel mondo di internet per avere informazioni, che a taluni appaiono più oggettive, sui medicinali in commercio. Facebook e Twitter, i due maggiori social networks del momento, sono visitati da più di 350 milioni di utilizzatori nel mondo e diversi sondaggi hanno mostrato come il 60% della popolazione americana consulti le informazioni scaricate dal web per ciò che concerne farmaci e salute prima di richiedere il consulto di un medico o di un farmacista o, semplicemente, prima di leggere il foglietto illustrativo presente in ogni scatola di medicinale.

Il controllo da parte delle autorità sanitarie

Fin dal 1906, la FDA (Food and Drug Administration), ente americano preposto alla validazione e al controllo dei farmaci introdotti in commercio, si occupa di tutelare la salute del cittadino. Anche l'agenzia europea per i medicinali EMEA, dall'inglese European Agency for the Evaluation of Medicinal Products, si occupa della valutazione dei medicinali. La sua fondazione, avvenuta nel 1995 con i contributi finanziari dell'Unione Europea e dell'industria farmaceutica e con i sussidi economici indiretti degli Stati membri, è stata voluta per armonizzare, ma non sostituire, il lavoro degli organismi regolatori nazionali in tema di farmaci, in analogia a quanto già faceva la FDA americana. I due enti assicurano che le pubblicità riguardanti i prodotti farmaceutici non sono ingannevoli e, al contrario, mostrano i benefici derivanti dall'impiego del farmaco pur non minimizzando i rischi dovuti a tale assunzione. In questo modo, viene presentato al paziente un quadro bilanciato in termini di rapporto rischio/beneficio per tutti i farmaci introdotti in commercio. Se tale bilanciamento non fosse curato nei minimi dettagli dai due enti preposti, gli eventuali comunicati ufficiali promozionali inappropriati potrebbero contribuire ad un improprio utilizzo dei farmaci con conseguenze pericolose per la salute del paziente.

L'esempio americano

Con l'evoluzione della comunicazione mediatica, le industrie farmaceutiche hanno sviluppato una strategia di marketing basata sull'attesa di una risposta da parte dell'FDA riguardo al farmaco da sponsorizzare prima di investire risorse umane ed economiche in progetti a fondo perduto. Le informazioni dirette al consumatore hanno proceduto per tentativi fino al 1985, quando l'ente americano ha provveduto alla stesura di un breve sommario di rischio per ciascuno dei farmaci commercializzati. Informazioni sufficienti riguardanti i rischi da assunzione di farmaci sono state puntualizzate da parte dell'FDA nel 1997 e nuovamente nel 1999, allo scopo di permettere l'inclusione di riferimenti corretti a siti web ad accesso gratuito dove i consumatori possono ottenere descrizioni dettagliate degli effetti collaterali dei vari farmaci. L'esempio degli USA è in questo senso illuminante per comprendere come la liberalizzazione ell'advertising anche sui prodotti etici e il rispetto delle regole per una corretta informazione possano convivere. L'AMA (American Medical Association) ha istituito un vero e proprio sistema di accreditamento dei siti che offrono medicinali in rete. In questo caso, la serietà dell'offerente e la qualità dei prodotti vengono garantiti dalle associazioni di categoria dei farmacisti o dalle stesse aziende farmaceutiche che rilasciano uno speciale bollino di garanzia e attivano controlli periodici. Inoltre, l'FDA ha da tempo istituito una divisione che si occupa del controllo delle rigidissime regole che governano marketing e pubblicità. Regole che la FDA non ha esitato a far rispettare comminando multe anche di decine di milioni di dollari e ordinando il ritiro delle pubblicità "scorrette".

Le compagnie farmaceutiche e i diritti umani

Le responsabilità nei confronti dei diritti umani di cui dovrebbero farsi carico le aziende farmaceutiche sono state prese in considerazione per anni dalle organizzazioni non governative ma solamente nell'agosto 2008 è stato possibile definirle in maniera univoca durante un'assemblea generale delle Nazioni Unite. Le "Linee-guida per le compagnie farmaceutiche in relazione al diritto alla salute" includono le responsabilità per la trasparenza, la gestione, il controllo dei farmaci, il prezzo e il marketing etico e contrastano il lobbismo per una maggiore protezione del cittadino in fatto di salute, tutelano da modificazioni non significative nella chimica dei farmaci già introdotti in commercio e sorvegliano gli aumenti di prezzo del medicinale.

Il ruolo dell'industria farmaceutica in relazione al diritto alla salute

Aiutare la ricerca ad intraprendere nuove sfide per migliorare lo Stato di salute dei cittadini appare come un imperativo umanitario e strategico in primo luogo per lo stato, che ha un ruolo di primaria importanza nella realizzazione del diritto alla salute. Ciò richiede uno sforzo autentico fra diversi attori, inclusi le organizzazioni multilaterali, non governative, gli specialisti nel campo della salute, medici e farmacisti, e le industrie farmaceutiche. Questa collaborazione appare particolarmente importante data la complessità dei fattori che influenzano negativamente il diritto alla salute, quali la povertà, le infrastrutture scadenti, una insufficiente educazione sanitaria, servizi sanitari pubblici inadeguati e mancanza di personale sanitario adeguatamente specializzato. In particolare, il mercato farmaceutico, sia da un punto di vista morale che commerciale, dovrebbe mettere la sua esperienza al servizio dello Stato al fine di permettere la piena realizzazione del diritto alla salute, lavorando in collaborazione con esso al fine di rimuovere le barriere che si creano fra i pazienti e l'assistenza sanitaria di cui necessitano. Il ruolo primario delle aziende farmaceutiche nella realizzazione del diritto alla salute avviene attraverso le loro capacità di ricerca, sviluppo e produzione di farmaci e vaccini e nell'assicurarne una appropriata distribuzione.

In conclusione

La Commissione Europea, partendo dalla constatazione che non tutti i cittadini hanno accesso a un'informazione affidabile e di buona qualità sui farmaci, sostiene che si debba uniformare questo panorama dando la possibilità alle aziende farmaceutiche di pubblicizzare direttamente i propri prodotti. Molte organizzazioni non governative e gli stessi cittadini europei rimangono perplessi a tal proposito. Secondo tali fonti, infatti, un'informazione corretta ai pazienti dovrebbe aiutare a valutare il proprio stato di salute, a capire quali trattamenti possono essere applicati, a scegliere tra differenti opzioni. Ma tutto questo non sarebbe possibile senza mettere a confronto i diversi farmaci. Ma appare difficile essere pienamente convinti della correttezza delle informazioni quando chi le fornisce è il medesimo soggetto che commercializza i prodotti. Ancora una volta, per un settore così delicato come quello farmaceutico, è importante delineare i confini tra pubblicità e informazione. Se l'industria farmaceutica agisse di comune accordo con l'EMEA, i governi dei diversi Stati membri e le associazioni di medici e farmacisti in un'ottica di informazione, la pubblicità gestita direttamente dalle aziende farmaceutiche potrebbe apparire come un'opzione realizzabile.

BOX - Linee-guida riguardanti i diritti umani per le case farmaceutiche in relazione alla somministrazione di medicamenti.

La Dichiarazione universale dei diritti umani afferma il diritto a ricevere lo standard più elevato possibile di terapia secondo quanto indicato in 47 lineeguida.

Tali linee-guida sono organizzate in diversi temi:

• Linea-guida 5: richiede alle compagnie di fare particolare attenzione ai più poveri della società. Tale principio si riferisce ai diritti umani di uguaglianza e non discriminazione.

• Linee-guida 6-8: comprendono l'affermazione a favore di una maggiore diffusione delle informazioni di proprietà dell'industria farmaceutica riguardanti l'accesso ai farmaci, in linea al principio fondamentale della trasparenza.

• Linee-guida 17-19: applicano il principio della trasparenza evitando eventuali influenze politiche o l'instaurarsi di lobby.

• Linee-guida 26-32: indirizzano le immissioni in commercio dei farmaci.

• Linee-guida 33-37: regolano il prezzo del farmaco immesso in commercio nei diversi Stati.

Altri argomenti trattati nelle linee guida riguardano la gestione, il monitoraggio e le responsabilità; i farmaci orfani, i trial clinici, la promozione etica e il marketing.

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