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Utifar

10 maggio 2011
di
Rif. rivista Maggio 2011

Luci ed ombre, a Riccione, sul prossimo futuro della farmacia. Gli slanci di ottimismo per le opportunità offerte dai servizi sono stati maledettamente messi in ombra dalle attuali difficoltà economiche e finanziarie delle farmacie e dalle voci sulla liberalizzazione della fascia C. Sole, tanto sole, a Riccione; e certamente un convegno ben riuscito, nella splendida cornice offerta dal modernissimo Palazzo dei Convegni, con vetrate e terrazze sul mare e a due passi da una spiaggia ancora deserta in un fine settimana di calda primavera. La sala convegni, al contrario, era affollata mentre la voce di Enrico Finzi, presidente di AstraRicerche e attento analista della farmacia italiana da quasi trent'anni, evocava ai microfoni rischi tsunami per la professione. Davanti ai 450 partecipanti al convegno, Finzi ha affermato di non essere mai stato così preoccupato per il futuro della farmacia. Secondo il sociologo, la possibile uscita della fascia C dal canale è una questione drammatica, che non ha la stessa rilevanza dell'uscita di Otc e Sop: "Se perdete questi farmaci, cede la diga. Si deve agire molto in fretta e molto energicamente. Nel mondo politico c'è grande ignoranza sulle conseguenze che una tale manovra potrebbe avere sulla salute pubblica. Come farmacisti, dovete impegnare il capitale di stima e di affetto di cui godete in modo aggressivo e fermo. Siamo di fronte a un allarme acuto, a un rischio elevatissimo e di breve termine. Ci sono piloni portanti del sistema farmacia ai quali non si può rinunciare. Siete a rischio tsunami, a serio rischio di morte sistemica". Parole certo provocatorie, mirate a smuovere le coscienze e a non sottovalutare il momento. Parole che, udite dopo le attente analisi di Franco Falorni e Giampiero Brunello, noti commercialisti ed esperti finanziari e gestionali di farmacie, hanno pervaso la platea di un pessimismo fuori stagione ma concreto e reale.

LA SITUAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA

Falorni ha analizzato i dati in suo possesso, illustrando il drastico calo di fatturato fatto registrare dalle farmacie pisane tra il 1990 e il 2010: la perdita è stata del 16% in termini di fatturato e del 35% in termini di utile. Oltre all'aspetto economico, è stato interessante analizzare le dinamiche attraverso le quali, negli ultimi vent'anni, non è cambiata solo l'entità del fatturato, bensì la sua ripartizione che, come illustrato da Falorni, nel 1990 era per l'87% coperta dal Ssn; contro il 55% di oggi. Questa evoluzione, ancora drammaticamente in atto e oggi forse ancora più evidente che in passato conferma la premessa con la quale Eugenio Leopardi, presidente di Utifar, aveva poco prima aperto i lavori del Convegno, ricordando al pubblico che il Servizio sanitario nazionale non può più rappresentare la sola fonte di sicurezza economica per le farmacie che devono coprire tutti gli spazi che il mercato offre, sviluppando all'interno di ogni farmacia i settori che già da tempo esistono e valorizzando le nuove opportunità. "Utifar - ha precisato Leopardi - vuole spingere tutti i colleghi a riappropriarsi di tanti settori finora ritenuti non degni di attenzione, né professionale né economica, prima che altri coprano gli spazi lasciati liberi. La farmacia deve riaffermare il suo ruolo prezioso di presidio sul territorio". Tornando all'intervento di Falorni, il noto commercialista pisano ha proseguito ricordando che il farmacista sarà sempre di più fornitore di servizi. Deve tuttavia essere cambiato il sistema di remunerazione. Tema, questo, ripreso da Giampiero Brunello che ha sottolineato come finora i servizi, anche se diffusi, siano stati un elemento economicamente marginale, non superiore al 2% dei ricavi complessivi. Ma come fare per cambiare le prospettive? Brunello indica due punti come limiti attuali per la sostenibilità dello sviluppo dei servizi in farmacia: l'aspetto strutturale e il costo del lavoro. La normativa sui servizi prevede infatti che gli spazi siano "dedicati e separati" e prevede altresì una serie di mansioni (non ultima quella per la privacy) che richiedono tempo e attenzione. Come fare allora, quando la farmacia media ha 50-60 metri quadrati destinati alla vendita ed esiste un reale problema di personale? Secondo i dati presentati dal commercialista veneziano la media degli addetti presenti in farmacia è 4,2, di cui 1,8 sono farmacisti. Il costo del lavoro, negli ultimi anni, è aumentato. Di conseguenza, l'aumento della redditività prodotta dalle farmacie non corrisponde ad un aumento dell'utile che, anzi, è calato del 3,92% dal 2006 ad oggi. "Questi numeri pongono gravi limitazioni - ha avvertito Brunello - e si deve intervenire proprio su questi aspetti, effettuando un'analisi economico finanziaria della sostenibilità dei servizi, valutando costi e ricavi correlati e i livelli di indebitamento sostenibili". Entrando negli aspetti più tecnici delle questione servizi, Brunello ha poi evidenziato un ulteriore problema che va risolto: quello dell'Iva sui servizi. Attualmente, alcuni sono esenti Iva, altri non lo sono. Come fare? Solo ombre, quindi, a Riccione? Vogliamo credere di no, ricordando le parole con le quali Falorni ha chiuso il proprio intervento parafrasando il titolo del Convegno: "L'attuale è una remunerazione dei servizi che tende a zero, il possibile è un settore che se non gestito bene può essere solo una disgrazia, il probabile è che i servizi rappresentino una grande opportunità per far vivere il sistema".

LE PROSPETTIVE PER IL FUTURO

Prospettive favorevoli condivise da Annarosa Racca, presidente di Federfarma, che ha mostrato alla platea di Riccione la sua anima combattiva e tenace, affermando con forza che "la fascia C non uscirà dalla farmacia". "Federfarma - ha proseguito Annarosa Racca - ha già respinto molti assalti, sappiamo che ce saranno altri, ma respingeremo anche quelli". Entrando nel merito dei servizi, il presidente di Federfarma ha manifestato la propria certezza che la nuova Convenzione sarà siglata in breve tempo, anche perché il contratto di lavoro dei titolari di farmacia è scaduto da dodici anni. Inoltre, la Convenzione è importante perché darà "la possibilità di regolare la remunerazione dei nuovi servizi". "Oltre a questo - ha proseguito Annarosa Racca - dovremmo ottenere tante cose che ci hanno fatto soffrire in questi anni, dobbiamo portare a casa la remunerazione a prestazione, quella dei servizi, tutti i farmaci ospedalieri che con la 405/2001 la farmacia non può più gestire. Vogliamo una farmacia di continuità, sempre più vicina alla gente". Intervenendo alla tavola rotonda in programma domenica mattina, Andrea Mandelli, presidente della Fofi, ha richiamato per l'ennesima volta la necessità di un confronto. "La Fofi - ha ricordato Mandelli - si è sempre impegnata a raffreddare certe tensioni: come in Sicilia, dove finalmente siamo riusciti ad ottenere che si svolgessero i concorsi". Serve, secondo Mandelli, "un riordino che offra la possibilità di avviare una riforma generale della farmacia e del servizio farmaceutico". I servizi di certo rappresentano un punto di fondamentale importanza in questo riordino. Mandelli ha ricordato come già nel 2006 la Fofi avesse avanzato 10 puntiprogrammatici per introdurre i servizi in farmacia. La nuova normativa, secondo Mandelli, è il compimento dell'iniziativa di allora e di quel progetto portato avanti con tenacia e dedizione. Il Senatore della Repubblica Luigi d'Ambrosio Lettieri, vicepresidente Fofi, nell'intervento di sabato pomeriggio, aveva ben illustrato la situazione evolutiva della farmacia e le attuali dinamiche parlamentari. D'Ambrosio Lettieri, che è relatore del ddl di riordino in Commissione Sanità del Senato, nel proprio intervento a Riccione ha puntato il dito contro l'attuale stato dell'arte dei concorsi, affermando che un concorso per soli titoli risolverebbe molte delle anomalie oggi presenti sul territorio e servirebbe a riportare la farmacia al centro del bisogno dei cittadini e al centro del Ssn. Da un lato, quindi, a Riccione si è fatto il punto sulla situazione difficile per le farmacie italiane, strette nella morsa delle liberalizzazioni avvenute e paventate; dall'altro lato si sono analizzate a fondo le possibilità e le difficoltà ancora da risolvere in relazione ai servizi in farmacia. Rischio tsunami o voglia di primavera? Fare prevalere le preoccupazioni rispetto ai rischi o le aspettative per un futuro più valorizzante? Nel prossimo numero di "Nuovo Collegamento" riserveremo un'ampia sezione alle relazioni degli esperti intervenuti a Riccione. Ulteriori approfondimenti e filmati video sono presenti nel sito www.utifar.it. Per ora, vogliamo pensare alle prospettive favorevoli offerte dalla normativa sui servizi che, anche se con non poche difficoltà da superare, apre la strada a scenari positivi, sulla scia del consenso che le molte e accreditate analisi riservano al gradimento da parte del pubblico per la farmacia. Non ultima quella di AstraRicerche. A proposito, chiudiamo rilanciando lo slogan proposto da Enrico Finzi: "La farmacia viene scelta perché sa scegliere". In queste poche parole, forse, si racchiude quell'intreccio di sole e bufera emerso a Riccione. La farmacia deve svilupparsi in altri settori e non solo nel farmaco, scegliendo però bene cosa proporre al pubblico. Solo in questo modo la credibilità di cui gode non sarà offuscata da scelte sbagliate, da prodotti non validi, da una leggerezza nell'offerta e nelle proposte che non si addicono al ruolo e alla stima di cui godono i farmacisti nelle farmacie.

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