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03 febbraio 2011
di
Rif. rivista Gennaio - Febbraio 2011

Da un lato un sondaggio presentato dalla FIMMG Veneto, quindi i dati negativi della Osmed. Lepolemiche sui generici, prese come spunto per affrontare un discorso più ampio sui vantaggi ed i rischidella sostituzione

Per l'84% dei medici di medicina generale del Veneto, è scorretto che il farmacista dispensi un equivalenteal posto del prodotto prescritto. Questo dato emerge da un'indagine sul tema "farmaci e farmacie" realizzata dalla FIMMG del Veneto (Federazione italiana dei medici di medicina generale). Forti di questo risultato, i medici veneti hanno spinto il piede sull'acceleratore della polemica. Così, Lorenzo Adami, Segretario regionale della FIMMG Veneto, ha ribadito alle agenzie di stampa la necessità da parte dei medici di base di "riprendersi quel potere prescrittivo che per anni è stato eroso dalla legislazione nazionale" e che avrebbe "consegnato al farmacista poteri suppletivi e nuovi rispetto al passato". La polemica non si limita al farmaco, ma sconfina nell'ambito dei servizi dove, secondo Adami, i farmacisti cercano di "allargarsi in ruoli di competenza medica". Nell'editoriale di "Quaderni Veneti di Medicina Generale" dello scorso novembre, il Segretario veneto ribadisce che "rischiano sia il paziente, sia il farmacista, perché entrambi si espongono a errori di valutazione con possibili gravi conseguenze medico legali" e conclude che "ciascuno deve fare il suo mestiere". Se quest'ultimo punto è senza dubbio condivisibile, ci sembra tuttavia che l'obiettivo delle due professioni possa essere comune: la tutela della salute dei cittadini nell'ambito di un sistema sanitario efficiente e sostenibile. Ecco il ruolo dei generici:farmaci equivalenti utili per contenere la spesa pubblica e garantire la sostenibilità di un sistema che offrei propri servizi sanitari anche alle fasce più deboli della popolazione. Ecco perché è irresponsabile sferrare un attacco ai generici dall'alto della propria credibilità, colpendoli con una pugnalata al cuore, ovvero al loro punto di forza e debolezza allo stesso tempo: la bioequivalenza. A più di 10 anni dal loro ingressoufficiale in Italia, questi farmaci sono dunque ancora oggetto di dubbi circa la loro qualità. Adami scrive che "il farmaco non deve essere sostituito dal farmacista se non in casi eccezionali" visto che "l'originale da più sicurezza e affidabilità del generico puro distribuito da aziende commerciali sconosciute". Tali affermazioni si scontrano con quanto garantisce il Ministero. I farmacisti sanno che le aziende che commercializzano in Italia medicinali confezionati sono aziende multinazionali serie, solide, controllate e non certo "sconosciute". Ma i cittadini a chi devono credere? Questi dubbi indeboliscono la diffusione del generico. Del resto, anche i dati resi noti dall'Osmed evidenziano una insoddisfacente penetrazione del mercato dei generici. Tutto ciò concorre a rimettere in discussione il sistema della sostituibilità che, se non condiviso e non disciplinato con chiarezza, rischia di non essere efficiente. Dopo oltre un decennio, infatti, anche la legislazione vigente non aiuta a fare chiarezza: spesso anche il farmacista, come Adami, si trova ancora confuso nel discernere tra quanto la sostituzione è un diritto, un dovere o semplicemente una pratica finalizzata ad ottimizzare le risorse pubbliche in campo farmaceutico per il bene del sistema nel suo complesso. Le evidenze del sondaggio Il modo di porre una domanda influenza non di poco la risposta. Quindi, prima di sostenere che l'84% dei medici è contro la sostituzione leggiamo con attenzione il testo del quesito: "ritieni corretto l'attuale comportamento dei farmacisti di sostituire di volta in volta il farmaco prescritto dal MMG con generici qualsiasi in base alla loro disponibilità di magazzino?". Difficile, dato il modo in cui la domanda è stata posta, analizzare il dato scindendo tra la componente emotiva e le convinzioni di chi ha risposto. Tuttavia, altre domande poste in modo più diretto ci dicono che il 67% dei medici veneti non si sposta sulla prescrizione del generico quando il farmaco di marca perde il brevetto. Ciò è dettato dal fatto che il 95% degli intervistati pensa che i generici non siano tutti uguali tra loro. Di questi, il 60% ritiene alcune marche più affidabili di altre, mentre il rimanente 35% è scettico in assoluto. Alla base di tali convinzioni vi è l'esperienza diretta del 75% dei medici prescrittori che hanno visto i propri pazienti assumere doppia o tripla terapia di farmaco a causa della confusione determinata dal generico. Questo è il vero aspetto che merita attenzione. Se il paziente si confonde per le confezioni diverse; se non riconosce il nome del principio attivo; se spesso preferisce pagare una differenza di prezzo per evitare possibili errori; allora vuol dire che la questione merita un confronto serio sulle confezioni di questi medicinali e sul loro riconoscimento. Tuttavia, confondere le acque con dubbi sulla loro efficacia e qualità distoglie da un confronto sulle difficoltà vere con le quali i medici e i farmacisti hanno quotidianamente a che fare. La questione non è quella di mantenere il diritto alla "libertà prescrittiva" o quello alla "libertà di sostituzione", ma è quella di definire, insieme, come ovviare al serio problema della riconoscibilità di questi importanti farmaci.

HANNO DETTO

Saffi Ettore Giustini, responsabile area Farmaco della Simg: "Il problema di un ulteriore incremento delle ricette con generici deve fare i conti con l'irrisolto nodo della sostituibilità in farmacia: finché i pazienti continueranno a ricevere di mese in mese confezioni diverse dello stesso farmaco, il medico farà sempre fatica a prescrivere un off patent".

Flavio Magarini, segretario Veneto di Cittadinanzattiva - Tribunale per i diritti del malato: "Tutti gli attori del Ssn devono assumersi la responsabilità sociale di individuare azioni che ottimizzano la spesa, senza ridurre la qualità e quantità dei servizi necessari per le cure dei cittadini. Mi chiedo quindi se il segretario regionale della FIMMG sia consapevole del fatto che le sue dichiarazioni rischiano di generare diffidenza daparte del cittadino comune nei confronti dei farmacisti e del farmaco generico". (da: rivista "Pillole" edita da Federfarma Verona).

Emilio Stefanelli, vicepresidente Farmindustria: "Oggi il mercato dei generici si basa sostanzialmente sui casi in cui è previsto il cambio da parte del farmacista. Ma non è questo il modo giusto per sviluppare il settore. E lo sostiene anche l'Inghilterra che, dopo averla introdotta per prima, ora ha bloccato la sostituzione automatica. Questo sistema non favorisce l'aderenza alla terapia da parte dei pazienti, che si trovano di volta in volta ad assumere un farmaco con confezioni, colori o forme diverse. Inoltre complica le attività di farmacovigilanza, e certamente non aiuta neppure le aziende". (Convegno "Farmaco generico, un cammino lungo 10 anni", Milano).

Andrea Mandelli, presidente FOFI: "I farmacisti credono nel generico fin da quando ha fatto la sua comparsa sul mercato italiano e lo promuovono, al di là di quanto prescrive la legge, perché sono da sempre a fianco dei cittadini, come provane le indagini condotte sul gradimento del servizio sanitario. Del resto, l'impegno dei farmacisti in questo senso è stato riconosciuto anche dall'Antitrust nella sua indagine sugli Ordini professionali. Se in questi dieci anni c'è stato un aumento della diffusione dei generici lo si deve in primo luogo ai farmacisti."

Codacons, associazione consumatori: "Per sostenere i generici occorre un decreto che oltre a incentivare i consumi commini sanzioni ai farmacisti che non li consigliano e ai medici che non li prescrivono". (Commento ai dati Osmed sul consumo di generici).

Giorgio Foresti, presidente Assogenerici: ""Dopo il 2013 l'introduzione dei farmaci generici non basterà più a compensare l'aumento dei costi per le terapie innovative. Il rischio reale è che non ci siano più risorse per garantire le cure migliori a chiunque ne abbia bisogno. Tutti gli attori del settore farmaceutico dovrebbero lottare all'unisono affinché ogni singolo euro risparmiato grazie ai generici venga reinvestito nel comparto e tradotto in innovazione. In 10 anni dall'introduzione degli equivalenti in Italia, lo sviluppo di questo mercato è stato dell'11%: appena un punto percentuale all'anno". (Convegno "Farmaco generico, un cammino lungo 10 anni", Milano).

Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano: "I farmaci generici hanno avuto in Italia un percorso molto faticoso, anche per la presenza di leggi che hanno allungato il periodo della brevettabilità e per il fatto che gli interessi delle industrie che producono farmaci con brevetto deformano la questione e cercano di screditare i medicinali generici, come se fossero farmaci di serie B. Per superare il problema occorrerebbe fare più ricerca sui farmaci generici, molecole che hanno ancora tanto da dimostrare e parallelamente creare un sistema di regole che permetta ai medicinali senza marca di competere ad armi pari con i corrispondenti prodotti originator. Per esempio decidendo che una volta scaduto il brevetto di un farmaco, nessuno possa più utilizzare il suo nome marchio, ma solo quello scientifico del principio attivo". (Convegno "Farmaco generico, un cammino lungo 10 anni", Milano).

Alessandro Taroni, farmacista collaboratore di Pordenone: "Il farmaco generico/equivalente che il farmacista deve per legge dispensare in sostituzione del farmaco originatore prescritto dal medico è incluso in una lista stabilita dall'AIFA in base ai criteri con cui essa stessa ha compilato le "liste di trasparenza" (non dal farmacista in base ai criteri con cui allestisce il proprio magazzino). E' un fatto, basta dare un'occhiata sulla Gazzetta Ufficiale: possibile che l'84% dei medici sia così ignorante? Spero vivamente di no". (www.doctornews.it).

Facebook, area di discussione "Generici non sostituibili" (alcuni interventi)- PT: "Credo che sia davvero incredibile che ormai si abbini il nome di una marca di generico al nome di un generico e si arrivi pure a lamentarsi se il Farmacista dà un'altra marca. Ma scherziamo davvero... Queste pagliacciate italiane e questi inciuci ditte-medici devono finire!"; CC: "Sbagli. Molti generici che arrivano in Italia sono di qualità scadente. Le marche migliori sono Hexal e rathiopharm e Doc. Io non sostituisco mai con generici che non siano di queste marche"; PT: "E allora perché leggo anche Rambay, Teva, MG, EG, Wintrop, Sandoz etc.? Non posso pensare siano tutti migliori se uno non li prova o analizza come fa a saperlo"; IS: "In effetti nonostante l'evidente contraddizione, mentre ogni generico può sostituire una specialità, per cambiare la marca del generico bisogna annotarlo dietro la ricetta"; RS: "Sostituisci con quelli che il tuo titolare compra a tonnellate che siano migliori o peggiori poco importa!"; GS: "Battiamoci piuttosto perchè su TUTTI i farmaci ci siano maggiori controlli di qualità perchè ne va anche della qualità del nostro consiglio!P.S. Ma avete ancora dubbi sulla sostituibilità?...e basta!".

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