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Utifar

30 settembre 2011
di
Rif. rivista Agosto - Settembre 2011

Alcune riflessioni sull'utilizzo, da parte delle farmacie, di macchine per la distribuzione automatica dei prodotti. Se questa pratica genera diverse perplessità, di segno opposto sono due importanti iniziative per salvaguardare il prestigio della farmacia e al tempo stesso il servizio per i cittadini: i prodotti a marchio Profar e il sistema di Guardia farmaceutica adottato in Veneto.

Quest'anno hanno fatto la loro comparsa anche qui in periferia, in una piccola località balneare, due enormi distributori automatici di prodotti venduti (anche) in farmacia. A distanza di qualche anno dal loro affacciarsi sul mercato, rimane difficile capire la logica che ha portato tanti farmacisti a dotarsi di questo strumento. Proviamo ad analizzarne i probabili motivi. Logica di servizio: il distributore viene installato al fine di offrire un servizio aggiuntivo al cittadino quando la farmacia è chiusa. Logica economica: il distributore viene utilizzato per generare incasso anche quando la farmacia è chiusa. Ma non c'è la farmacia di turno? Certo, ma questa, purtroppo, nei piccoli paesi ha la funzione di prestare servizio solo per la dispensazione di ricette urgenti. In realtà, l'esperienza insegna che difficilmente una farmacia di turno nega analgesici, assorbenti, latti, ciucci e via dicendo. Chi, come me, ha prestato servizio di turno per 32 anni, senza mai rifiutare nulla a chi aveva necessità di qualcosa, sa bene che occorre una buona dose di caparbietà per trincerarsi dietro la rigorosa e formale prestazione farmaceutica limitata alle sole ricette mediche d'urgenza. Il discorso, tuttavia, è un altro. Tutte le inchieste demoscopiche, condotte in questi ultimi vent'anni da importanti istituti di ricerca e dalle associazioni di consumatori, non lasciano spazio a dubbi: i cittadini considerano il farmacista un interlocutore competente e cordiale, sempre disposto a orientare i cittadini nella gestione quotidiana della salute; giorno e notte, nelle zone urbane come in quelle rurali. Ed è questo tratto del servizio, permanente e capillare, che ha fatto della farmacia italiana un presidio sanitario insostituibile sul territorio. La Federfarma e la Fofi, a tal proposito, hanno più volte sottolineato, in campo nazionale ed europeo, l'identità inconfondibile della farmacia italiana evitando, sino ad oggi, la sua cancellazione con una leggina di pochi articoli. Orbene, i colleghi che installano macchine automatiche di distribuzione non si rendono conto che tutto ciò significa abdicare al proprio ruolo e svilire la professionalità? Si tratta di una logica suicida. Immaginiamo, per un momento, che queste enormi scatole di latta aumentino la gamma dei prodotti in distribuzione automatica e che l'innovazione tecnologica arrivi perfino alla lettura digitalizzata della ricetta e alla consegna robotica del medicinale. In questo caso, la nostra autonoma mediazione professionale e le nostre funzioni di orientamento, prevenzione e controllo che fine farebbero? è questa la farmacia del futuro che alcuni colleghi sognano? La verità è che tali iniziative, lungi dal potersi configurare come salti di qualità imprenditoriale, provocano un quadruplice danno:

- offendono l'immagine del farmacista;

- instaurano la non corretta concorrenza nei riguardi del collega di turno;

- allontanano gli utenti dalle farmacie;

- incoraggiano la grande distribuzione e i centri commerciali a praticare i medesimi sistemi di vendita su larga scala.

Il vero punto di forza della farmacia italiana risiede nella qualità e continuità delle "consulenze" e dei servizi esclusivi, ovvero nelle relazioni interpersonali con i cittadini Insomma, la credibilità nasce dal contatto umano e non da quello meccanico. Non dimentichiamo che la legge 18 giugno 2009 n. 69 ha approvato in via definitiva il riordino delle farmacie assegnando loro nuovi e importanti servizi come l'assistenza domiciliare, l'educazione sanitaria e la farmacovigilanza, gli interventi di secondo livello, la possibilità di effettuare nuove prenotazioni, le analisi di prima istanza. In tale recente quadro normativo, si impone un progetto nuovo e avanzato che spinga sempre più il cittadino a parlare con il farmacista per avvalersi dei suoi consigli. Le aziende di distribuzione aderenti a Federfarma Servizi e Federfarma-Co hanno iniziato un nuovo percorso avanzando proposte innovative, tese alla fornitura di servizi reali, come i prodotti a marchio Profar. Esso permette la distribuzione di prodotti qualitativamente ineccepibili ad un prezzo al pubblico molto contenuto. Tale iniziativa non è di poco conto, né si riduce alla sola politica finanziaria: testimonia invece un processo evolutivo e culturale in cui la farmacia italiana si inserisce con l'accresciuta consapevolezza della propria "mission". In questo momento storico di gravi turbolenze politiche ed economiche, il marchio Profar presenta alcuni plusvalori gratificanti:

a) garantisce l'esclusiva dei prodotti in farmacia e quindi il processo di store loyalty (fidelizzazione del punto vendita);

b) eroga tecnologia d'avanguardia e immagine sempre più qualificata del servizio atte a soddisfare la crescente domanda di salute da parte degli utenti;

c) rafforza l'unità e il senso di appartenenza tra gli stessi farmacisti che, nel loro marchio nazionale, vedono l'opportunità di avere prodotti qualificati, in quantità congrua e ad un prezzo giusto.

Sempre in tema di "servizi reali" si potrebbe prendere in considerazione l'espletamento del turno di servizio di guardia medica più aderente al terzo millennio, capace cioè di determinare un ininterrotto mantenimento dell'esercizio farmaceutico a vantaggio della collettività e senza oneri eccessivi per ogni singola Farmacia. Occorre inoltre tenere presente che, ormai, nel nostro Paese esistono 20 leggi regionali per i turni di servizio. Sarebbe quindi auspicabile uno scheletro generale che fornisca linee guida per tutto il Paese. Alcune regioni, come il Veneto, offrono già ottimi turni di servizio farmaceutico. Il Consiglio regionale veneto ha infatti approvato una legge che assicura la continuità del servizio di Guardia farmaceutica. Innanzitutto, durante il periodo di turno (a battenti aperti fino alle ore 22 o per oggettive ragioni di sicurezza a battenti chiusi sino al termine) devono essere assicurati la presenza del farmacista o il suo immediato intervento. Inoltre, la chiamata formulata dal cittadino non deve interessare la sola ricetta medica con il carattere di urgenza, ma può ricomprendere tutti quei casi che non prevedono la prescrizione obbligatoria e che comunque abbiano effettivo riscontro di necessità. I turni di servizio della Guardia farmaceutica non vengono più effettuati tra le poche "farmacie viciniori" di borbonica memoria, ma su più ampi bacini di utenza, raggiungibili in tempi accettabili. Tale sistema da un lato allenta i cicli delle cadenze dei turni di servizio, dall'altro lato fornisce uno straordinario servizio al cittadino: l'immediata presenza del farmacista. L'adeguamento di questi princìpi normativi alle realtà e necessità di ciascun territorio (tutelando sempre la sicurezza degli operatori) permette di raggiungere contemporaneamente un duplice lusinghiero obbiettivo: potenziare ulteriormente l'immagine della farmacia italiana e soddisfare i bisogni reali della popolazione. In conclusione: più servizio, più accessibilità, più professione, più contatto e consiglio con i nostri cittadini e meno baracconi di latta!

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