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21 settembre 2010
di
Rif. rivista Settembre - Ottobre 2010

Dal convegno Utifar di Bologna emergono nuove proposte per rivedere i criteri di retribuzione della farmacia. Prima che sia troppo tardi.

Si respira aria di cambiamento, di inevitabile rivoluzione nel sistema di remunerazione delle farmacie. "Ora non si può più aspettare: è il Governo stesso che lo chiede". Le parole di Eugenio Leopardi, presidente di Utifar, esprimono il senso dell'iniziativa dell'Unione Tecnica che il 10 e l'11 luglio ha posto la prima pietra per una proposta da presentare alle rappresentanze di categoria e al Governo. Già lo scorso ottobre a Roma, con un convegno dedicato al tema della remunerazione, Utifar aveva aperto il dibattito sulla questione. Ora i tempi stringono e occorre passare dalle idee ai fatti concreti. Così, il convegno di Bologna dal titolo "Farmacista, protagonista del suo futuro" è stato il primo passo verso una proposta discussa e condivisa da un numero il più alto possibile di colleghi. Al convegno hanno partecipato circa 60 farmacisti, in risposta all'elevato numero di inviti che Utifar aveva diffuso nelle settimane precedenti. Tuttavia, un inizio positivo per una categoria poco abituata ad essere interpellata nei processi decisionali e propositivi. Un primo passo cui ne seguiranno molti altri, con un interessamento che, di certo, sarà sempre crescente. Dal confronto è emersa una pressoché unanime convinzione che l'attuale sistema di remunerazione debba lasciare il passo a un nuovo criterio non più ancorato al prezzo dei farmaci dispensati. è ancora presto per dire quale sia il migliore sistema possibile o per ipotizzare quali accordi le rappresentanze di categoria potranno raggiungere con il Governo. Ma la proposta che nei prossimi mesi Utifar avanzerà avrà il senso di un contributo tecnico alla discussione e alla trattativa tra il Governo e le rappresentanze di categoria.

L'urgenza di una proposta

Il 7 luglio, appena tre giorni prima del convegno di Bologna, un emendamento modificava quel temutissimo onere aggiuntivo del 3,65% a carico delle farmacie, suddividendolo con l'industria farmaceutica. è accaduto, infatti, che l'evidenza dei numeri, come ama chiamarla Giampierto Brunello, commercialista esperto nel settore delle farmacie e consulente per il Ministero delle Finanze, dimostra che un gran numero di farmacie non sarebbe in grado di reggere ad un onere di tale rilevanza. Come ha ricordato Brunello, a rischio non sono tanto le piccole farmacie, come si è spesso portati a credere, bensì quelle che negli ultimi tempi hanno investito. "Per queste farmacie - ha ricordato Brunello in apertura del convegno - il reddito di impresa è inferiore non tanto perché presentano incassi inferiori, ma perché hanno contratto debiti. Molto spesso, questi esercizi presentano interessi passivi; inoltre talvolta ottengono margini inferiori dai grossisti a fronte di pagamenti dilazionati. Spesso sono farmacie di nuova apertura. Accanto a queste, sono a rischio anche le farmacie che hanno gestioni caratterizzate da costi elevati e da un non ottimizzato utilizzo delle risorse". Come detto, l'onere del 3,65% inizialmente previsto è stato dimezzato. Ma le farmacie indicate da Brunello non potranno comunque reggere i prossimi tagli e la continua e inarrestabile diminuzione dei prezzi dei farmaci dispensati in regime mutualistico. Nel 2012 scadranno molti brevetti e i farmaci genericabili cresceranno in maniera esponenziale: se i margini rimarranno legati al prezzo dei farmaci molte farmacie non saranno quindi in grado di sopravvivere. Di questi aspetti è a conoscenza anche il Governo che non a caso ha auspicato un'urgente revisione del sistema di remunerazione delle farmacie. Già da tempo Utifar è consapevole di questa necessità. Ora è convinta che non sia più possibile attendere ma occorra avanzare, sulla base di numeri reali e credibili, una proposta concreta. "I numeri hanno un'anima", sostiene Brunello, ricordando che ogni proposta seria e credibile deve essere supportata da dati che dimostrano la necessità del cambiamento e i reali miglioramenti che ne conseguiranno. Nel corso del convegno di Bologna è stata quindi a gran voce richiesta la rapida istituzione di un gruppo di studio formato da tecnici con l'obiettivo di prendere spunto dai numeri per trovare l'anima della prossima, inevitabile, riforma del sistema di remunerazione.

Una remunerazione non più legata solo al prezzo

L'impostazione suggerita da Brunello e condivisa dal Consiglio di Utifar e dalla quasi totalità dei farmacisti presenti a Bologna, prevede una remunerazione fissa per ogni confezione dispensata in regime di Ssn. In questo modo, la pratica professionale del farmacista sarà retribuita a prescindere dal prezzo del farmaco dispensato, con il duplice obiettivo di rendere la redditività delle farmacie non più soggetta ai continui ribassi dei prezzi dei medicinali e di valorizzare la professionalità del farmacista che, quando dispensa un medicinale, compie un'opera intellettuale che racchiude in sé molteplici aspetti. Affinché questo sistema di remunerazione possa essere efficiente, Brunello ha però voluto fin da subito delineare due paletti ben precisi. Anzitutto, è indispensabile che la farmacia non si veda costretta a gestire due magazzini separati: uno per i farmaci dispensati in regime Ssn, uno per tutti gli altri farmaci e prodotti. La farmacia dovrà pertanto continuare ad acquistare i medicinali attraverso i tradizionali canali utilizzati, contrattando, come avviene oggi, i prezzi di acquisto con aziende e distributori intermedi. Il secondo aspetto riguarda il rientro in farmacia di tutti i medicinali, al fine di valorizzare la professione del farmacista. Inoltre, il rientro in farmacia dei farmaci attualmente distribuiti per conto o direttamente dalle Asl consentirà al Governo di monitorare la spesa in modo molto più efficace, visto che l'unica spesa farmaceutica ad essere soggetta ad un monitoraggio preciso e certo è quella territoriale. Alla quota fissa riconosciuta alla farmacia per ogni farmaco dispensato, Brunello ha proposto di affiancare una quota in percentuale sul prezzo del farmaco, che avrà come scopo quello di compensare lo sforzo economico delle farmacie che acquistano i medicinali e li gestiscono prima della loro dispensazione.

Verso lo spazio sanitario comune europeo

Oltre al gruppo di studio tecnico che entro settembre elaborerà una proposta concreta, nel corso del convegno di Bologna è stato deciso di istituire un gruppo di lavoro che elaborerà un modello futuro di farmacia e stabilirà delle importanti linee guida per delineare l'evoluzione della farmacia in questi anni. Infatti, i servizi da un lato, e l'apertura nel 2013 dello spazio sanitario comune a livello europeo, dall'altro, porteranno la farmacia sempre più al centro del Ssn che trasferirà al territorio molte delle attuali competenze degli ospedali, dalla prevenzione, considerata sempre più importante anche ai fini del contenimento della spesa sanitaria, alla cura delle piccole patologie. Il documento della comunità europea prevede che le risorse saranno sempre più spostate verso il territorio, valorizzando da un lato la medicina di base, che dovrà essere in grado di creare strutture in grado di garantire un servizio 24 ore su 24; sia la farmacia, già oggi un presidio fondamentale e sempre maggiormente coinvolta nell'assistenza territoriale. Il gruppo di lavoro di Utifar sarà composto da farmacisti e tecnici e sarà coordinato dal Alberto Martina, docente di comunicazione e gestione della farmacia presso l'Università di Bologna. Utifar si conferma quindi nel ruolo di soggetto attivo in questa fase di evoluzione della farmacia, consapevole che il proprio compito, in qualità di associazione tecnica sia proprio quello di supportare la categoria con un contributo attivo e propositivo.

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