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Editoriale
11 luglio 2011
di Eugenio Leopardi
Rif. rivista Giugno - Luglio 2011
Energie distolte

"Accade che la farmacia del paese limitrofo faccia ritiro ricette e consegna a domicilio dei farmaci nel territorio coperto dalla mia pianta organica. Cosa posso fare per evitare questa situazione?" Sono in aumento, tra le richieste di consulenza che giungono ad Utifar, le segnalazioni di comportamenti di questo tenore e le conseguenti diatribe tra colleghi. Guardare il collega con sospetto, nel dubbio che le sue iniziative promozionali possano distrarre a suo favore la propria clientela è una cosa. Ma qui si sta andando oltre le naturali querelles commerciali. La libera concorrenza tra farmacie è stata invocata da più parti e di certo può portare al miglioramento delle prestazioni e dei servizi offerti. Tuttavia, quando la concorrenza è intesa come accaparramento di ricette, la situazione assume connotati preoccupanti. Non tanto e non solo perché si sconfina nella pianta organica altrui. Anche l'apposizione di cartelli e indicazioni nei territori non di propria pertinenza è uno sconfinamento della pianta organica. Ma con la raccolta e la consegna a domicilio a fini commerciali e non di servizio si passa il segno tra una sana e libera concorrenza e una serie di azioni mirate al solo raggiungimento di un aumento dei numeri. Il segno si passa sia perché non stiamo parlando di prodotti commerciali, ma di farmaci; sia perché i servizi al cittadino, compresa la consegna a domicilio, dovrebbero perseguire l'ottica di andare incontro a chi ha difficoltà. Questa considerazione può essere estesa a tutta una serie di comportamenti che la farmacia sembra troppo spesso adottare ai soli fini del tornaconto e non del servizio. Da un lato, infatti, si invoca una maggiore libertà di apertura degli esercizi; dall'altro lato si vedono farmacie serrare i battenti per tre settimane nel periodo estivo in città rimaste pressoché deserte facendo così mancare il servizio alle persone in difficoltà. Qualche anziano potrebbe arrivare a chiedersi: "Che fine ha fatto quella farmacia tanto gentile del paese vicino che veniva a portarmi a casa i farmaci e che ora, in agosto che fa caldo, è chiusa"? Contraddizioni apparenti. In realtà, emerge sempre più un atteggiamento commerciale poco sano e molto utilitaristico. Lo stesso atteggiamento che ha portato molti farmacisti ad aprire parafarmacie spinti dalla speranza di una sanatoria che le trasformasse in farmacie. A chi si prende la briga di girare in cerca delle ricette nei quartieri e nei paesi vicini, verrebbe da consigliare di veicolare quelle risorse e quelle energie ad altri servizi: a quelli davvero utili alla popolazione al fine di dimostrare nei fatti quello che diciamo di essere, ovvero presidi sanitari sul territorio. E al fine di non correre il rischio di dimostrare invece quello che altri dicono che noi siamo, ovvero commercianti agevolati da norme che proteggono il proprio mercato.

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