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Editoriale
01 aprile 2007
di Eugenio Leopardi
Rif. rivista Aprile - 2007
Il futuro ruolo della professione

Raccolgo l'invito della Fofi di analizzare e commentare i contenuti del suo progetto di rilancio delle funzioni della farmacia e del farmacista.
Il documento, già presentato al tavolo di discussione del Ministero, mi sembra farcito di bellissime parole, ma poco profondo nell'analisi delle proposte finalizzate ad assicurare al farmacista un ruolo socio-sanitario più significativo. Sembra che la
Fofi abbia voluto sondare le impressioni dei farmacisti prima di proporre un progetto completo.
Poche le proposte di servizi concreti ed innovativi, anzi affiorano tra le righe vecchie remore su quelli già in funzione. Per esempio laddove nel documento si auspica il servizio, già molto diffuso, delle analisi di prima istanza, perché aiutano il medico nel monitoraggio dell'efficacia terapeutica delle sue prescrizioni e aiuta lo sviluppo della prevenzione, traspare tra le righe anche l'obbligo per la farmacia di essere autorizzata dalla regione all'installazione degli strumenti diagnostici. E' una vecchia tesi degli anni '90, smentita da sentenze della magistratura: alla farmacia non occorre alcuna autorizzazione, la regione eventualmente detta norme per l'igiene e per il controllo delle apparecchiature.
Alcune proposte sono poi presentate in modo poco chiaro: forse è un escamotage per superare divergenze interpretative come quelle sull'art. 102 del Tuls che vieta al farmacista il cumulo di altre arti sanitarie.
In questo caso sembra che la Fofi abbia sposato finalmente la tesi dell'Utifar: il divieto riguarda il solo farmacista e non l'azienda farmacia che può quindi, se ne ha la possibilità ospitare fra le sue mura in locali adatti altri professionisti sanitari, come l'ottico, il dietologo, l'infermiere, il podologo ecc..., purchè privi della facoltà di prescrivere farmaci.
Il documento della Fofi propone poi alcune prestazioni innovative anche se di difficile attuazione come la partecipazione del farmacista nell'assistenza domiciliare integrata indirizzata ai malati terminali per alleviare il loro dolore e per assicurare loro la nutrizione artificiale parenterale. La farmacia potrà sicuramente provvedere alla fornitura di dispositivi per l'erogazione continuativa di analgesici e per la somministrazione venosa di nutrienti, ma difficilmente potrà prestare altre forme di assistenza al letto di pazienti dimessi dall'ospedale.
Altre proposte interessanti sono quelle di dotare la farmacia di un defibrillatore per le situazioni di emergenza e del servizio di telemedicina per diagnosi a distanza. Poco innovativa invece la proposta di prenotare visite specialistiche ed esami collegandosi al CUP perché è un servizio già attuato da molte farmacie. Tra l'altro è una attività, come quella di riscossione dei ticket, impegnativa ma poco professionale, che la farmacia assicura per fidelizzare la clientela.
Va bene se il farmacista è visto come professionista ed imprenditore e quindi non criticabile se oltre al farmaco tratta anche altri prodotti salutistici. Quindi se la Fofi intende proporre una revisione delle nostre tabelle merceologiche suggerisco di procedere solo marginalmente sul loro contenuto e di imporre invece alla farmacia la selezione dei prodotti in funzione della loro qualità. Il progetto analizza poi il potenziamento di alcuni importanti funzioni della categoria, come la partecipazione a compagne di educazione sanitaria (contro il fumo, l'abuso di alcool, l'uso delle sostanze stupefacenti ecc..,', ', ', '), l'incremento delle informazioni e dei consigli sull'uso corretto dei farmaci e sui corretti stili di vita e la partecipazione attiva al sistema di farmacovigilanza. Sono funzioni molto importanti di facile attuazione per un farmacista informato e aggiornato culturalmente.
Infine la Fofi, dopo aver sfiorato il problema dell'adeguatezza del numero di collaboratori per farmacia e quello della revisione della forma di remunerazione, termina il suo documento con l'impegno di far realizzare per tutti i cittadini una card sanitaria munita di microchip che possa contenere oltre i dati sanitari essenziali anche quelli relativi ai farmaci assunti, quindi utile per la farmacovigilanza e per l'eventuale ripetibilità di cura anche priva di ricetta nei casi di necessità.
Il progetto della Fofi viene proprio al momento opportuno: il Ministro della Sanità ha lanciato l'idea della "casa della salute" e i farmacisti, come ha affermato Giacomo Leopardi, assieme agli altri attori della sanità, devono contribuire ad edificarla.

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