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Editoriale
29 novembre 2017
di Eugenio Leopardi
Rif. rivista N8 Nuovo Collegamento 2017
Un anno intenso e un futuro ancora incerto


Il 2017 termina con due provvedimenti molto significativi per la nostra professione.
La legge 124 sulla concorrenza, anzitutto, che allarga a qualsiasi soggetto economico la possibilità di essere proprietario di farmacia. Un'altra normativa, anch'essa pubblicata nelle ultime settimane del 2017, ha invece valorizzato la professione del farmacista. Mi riferisco alla nuova Tariffa che, finalmente e dopo ben 25 anni, aggiorna gli onorari del farmacista preparatore. Ma non solo. Come ha ricordato Giulio Cesare Porretta, che ha partecipato a nome di Utifar al tavolo ministeriale per la sua realizzazione, la nuova Tariffa contiene novità che riconoscono la nostra professionalità e ci consentono di operare nella direzione di preparazioni magistrali sempre più personalizzate, per un pieno e profondo recupero della figura del farmacista.
Ne abbiamo parlato a Bologna, in un convegno Utifar nel quale esperti e colleghi si sono confrontati su due provvedimenti che segneranno il futuro della farmacia. Ne è uscita una due giorni molto stimolante. Del resto, ci troviamo in un momento davvero particolare.
Da un lato, una legge che minaccia il ruolo sociale e istituzionale delle farmacie, aprendo ad investitori che potrebbero seguire meri obiettivi commerciali, interessati a premere solo sull'acceleratore del profitto. Dall'altro lato una normativa, la nuova Tariffa, che al contrario offre uno strumento per rendere le farmacie, con il loro laboratorio galenico, sempre più un soggetto al quale pazienti e Ssn possono guardare con fiducia.
E allora, quale futuro ci attende? Saremo un riferimento per tutte quelle preparazioni personalizzate utili ai molti soggetti affetti da malattie rare, o valorizzeremo altri settori? Saremo farmacia dei servizi, in grado di offrire prestazioni sempre più standardizzate, o farmacia commerciale? Ci troveremo ad essere farmacisti uniti in rete per disegnare una risposta credibile ai capitali, o tanti piccoli soggetti sul territorio che si muovono in modo autonomo in una sorta di concorrenza individuale alle catene che si andranno a creare? Di certo, la direzione dipenderà da come si muoverà ogni singolo farmacista. E in questo senso è molto importante che le rappresentanze di categoria sappiano offrire alternative solide e concrete alle scelte dei singoli. Ma molto dipenderà anche dalle scelte della politica. Gli occhi con i quali ci guarderanno le istituzioni sono forse il punto cruciale per il nostro futuro.
E proprio pensando alla politica, consentitemi una riflessione al di fuori delle questioni meramente professionali. Quando sono venuto a conoscenza che una nostra collega, candidata alle recenti elezioni regionali in Sicilia, è riuscita a prendere 2000 voti di preferenza nel suo collegio, rappresentato dalla provincia di Caltanissetta, ho provato un sentimento di orgoglio. Io stesso, in passato, mi sono cimentato in competizioni elettorali regionali e so bene quanto valore abbiano 2000 preferenze.
La collega non è stata eletta, ma permettetemi di dire che questa è la strada giusta. Il farmacista, con l'aiuto dei suoi colleghi e di quei cittadini che riconoscono nel farmacista una figura di serietà e di garanzia, può riuscire ad avere la forza per poter rappresentare la categoria anche a livello istituzionale.
Quanto questo sia importante l'hanno dimostrato i nostri pochi, ma agguerriti colleghi che rappresentano il Popolo italiano in Senato. Ma, come farmacisti, in Parlamento siamo davvero pochi, se ci confrontiamo, per esempio, con gli oltre 40 medici presenti.
Guardiamo quindi con attenzione alle elezioni politiche della prossima primavera e cerchiamo di far pesare in maniera costruttiva quel rapporto che abbiamo con i cittadini, di cui tanto siamo orgogliosi. Un numero maggiore di farmacisti in Parlamento e nelle istituzioni, in grado di portare a conoscenza del mondo politico il valore della farmacia, non guasterebbero, specie in questo periodo di grandi incertezze per il futuro.
Vi auguro, a nome mio e di tutto il Consiglio Direttivo di Utifar, un Santo Natale ed un sereno 2018.

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