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Editoriale
31 gennaio 2007
di Eugenio Leopardi
Rif. rivista Gennaio - 2007
Attenti colleghi sta subentrando l'apatia

Continua a permanere alta la critica nei confronti di Federfarma: i suoi dirigenti sono tacciati di incapacità e di immobilismo. Sarebbe però opportuno che i molti colleghi che accusano operino un attento esame di coscienza per riflettere su chi sia più incapace tra l'inetto eletto e chi l'ha votato, soprattutto se recidivo.
Inoltre dovrebbero porsi l'interrogativo se il criticabile operato dei dirigenti non sia l'espressione del modo di pensare dei loro elettori e il loro immobilismo possa dipendere dal terrore di urtare la suscettibilità degli associati con proposte innovative. Per esempio alla fine del 2005 un gruppo di esperti preparò un progetto di adeguamento del servizio della farmacia ben fatto e ben articolato.
Prevedeva infatti di rivedere i meccanismi di gestione della pianta organica, rendere più rapidi e sicuri i tempi dei concorsi, più stringenti le procedure sul decentramento, più flessibili gli orari di apertura e cambiare il sistema di remunerazione. Prevedeva inoltre la necessità di convincere i farmacisti al cambiamento. Quando lo lessi mi posi subito la domanda: "quanti presidenti provinciali avranno il coraggio di presentarlo e commentarlo ai propri associati?". Il risultato fu che il progetto arrivò al dibattito in poche associazioni e, dove fu portato in assemblea, la presentazione fu superficiale ed affrettata proprio per soffocare gli eventuali dissensi.
Ora sembra che il progetto riposi a Roma in qualche cassetto. Purtroppo è la base dei farmacisti, dominata da inerzia ed apatia, che è impreparata ad affrontare i nuovi scenari del dopo Bersani.
La cultura della concorrenza stenta ad affermarsi. Si sta sottovalutando l'entrata nel mercato dell'automedicazione della Grande Distribuzione che fa leva soprattutto sull'immagine di convenienza economica e sulla comodità di orario e di parcheggio, requisiti che i consumatori apprezzano. Anche le parafarmacie si stanno orientando ad aggregarsi per cercare una immagine e comunicazione comune. Ma cosa fanno o hanno intenzione di fare i farmacisti per affrontare questi concorrenti? Mi sembra ben poco! Non hanno ancora superato l'impatto emotivo, frastornati dalle polemiche sembrano indifferenti al pericolo. Forse si illudono che tutto tornerà come prima. Invece il mercato è cambiato. Sul versante sconti stanno tirando i remi in barca.
E' un errore perché il consumatore, anche se non li chiede, si accorge delle differenze di prezzo e a poco a poco cambia abitudini d'acquisto. Tra l'altro costa poco trasmettere l'immagine di un punto vendita competitivo: occorre solo praticare adeguate riduzioni di prezzo, a rotazione, su panieri di 15-20 prodotti e soprattutto comunicare bene le offerte. La comunicazione è importante ed è il punto debole della farmacia, che utilizza poco e male gli strumenti che proliferano anche nel nostro settore. Inspiegabile e pericolosa è questa diffusa forma di apatia, che si spera non sia un male incurabile. Un altro punto debole della farmacia è rappresentato dagli orari di apertura. In alcune province il problema della loro flessibilità è stato discusso senza mai trovare alcuna soluzione, per l'incapacità dei titolari di raggiungere un accordo tra chi può e ha convenienza a prolungare l'apertura e chi no .
Predomina l'invidia tra vicini: "se lo fa lui devo farlo anch'io..." Esiste il pericolo che questo immobilismo provocherà l'intervento della pubblica amministrazione che liberalizzerà gli orari senza porre limiti di quantità. Ciascuno farà quello che vuole e tutti si lamenteranno dell'incapacità dei dirigenti di prevenire le mosse del legislatore.
La nostra è veramente una categoria strana! Pensa solo al lamento! Anche sul versante delle vendite non fa alcuno sforzo per aggregarsi in piccoli o grandi gruppi per selezionare i prodotti da proporre al consumatore (politiche di vendita): si preoccupa solo di acquistare con il migliore sconto senza preoccuparsi della qualità e quindi della sua immagine. Sembra preoccupata dell'immediato e non del futuro. Eppure quest'ultimo non è roseo.
Ora ci sono concorrenti molto agguerriti e con enormi risorse economiche, che premono sulla comunità europea per aver la possibilità di diventare proprietari di catene di farmacie.
L'Inghilterra ne è un esempio!

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